Scontro al processo sul caso Ruby tra gli avvocati difensori dell’ex premier Silvio Berlusconi e i giudici. Gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo infatti hanno abbandonato l’aula in cui si teneva l’udienza di oggi dopo essersi tolti la toga ed essersi dichiarati “indignati”. Cosa è successo? C’è stato uno scontro tra i due avvocati e i giudici della quarta sezione penale a proposito del calendario delle prossime udienze. Era infatti stata chiesta da parte dei due legali la possibilità di sospendere e rinviare l’udienza prevista per il prossimo lunedì: il motivo era la coincidenza con un altro procedimento in cui Silvio Berlusconi sarebbe impegnato nello stesso giorno. Si tratta dell’udienza preliminare nel caso di concorso in rivelazione di segreto d’ufficio per il caso del nastro registrato della telefonata di Piero Fassino a Consorte, il caso relativo alla scalata Unipol alla Bnl. I due avvocati avevano anche chiesto fosse tolta un’altra udienza quella del prossimo 10 febbraio perché fra il 9 e l’11 sono previste due udienze del processo Mills tra cui il momento dedicato alle arringhe difensive. Impegni importanti secondo i due avvocati e che l’accumulo di impegni avrebbe portato a seri problemi per la parte difensiva. La risposta dei giudici a queste richieste è stata quella di voler prendere una decisione alla fine dell’udienza di oggi, cosa che non è piaciuta per niente ai due legali. Che hanno platealmente tolto le proprie toghe dicendosi indignati per la risposta. Hanno nominato due sostituti, gli avvocati Filippo Dinacci e Giorgio Perroni, e se ne sono andati. Al momento ancora non si sa quale decisione abbiano poi preso i giudici. Il processo sul caso Ruby come si sa è stato intentato nei confronti dell’ex premier con l’accusa di sfruttamento della prostituzione, relativamente alla vicenda che vede coinvolta la giovane marocchina che al tempo dei fatti secondo l’accusa sarebbe stata anche minorenne, invitata ad alcune cene a casa Berlusconi. Il famoso caso dei festini sospettati di essere fatti a scopo sessuale con la partecipazione come organizzatori del presunto “traffico” di prostitute di Emilio Fede, elle Mora e la consigliera regionale Nicole Minetti.



Negli scorsi giorni diverse delle altre  ragazze implicate nel caso si sono costituite parti civile nel processo, definendosi cioè vittime di quanto si sospetterebbe sia stato messo in atto.

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