Ancora una volta Equitalia è oggetto delle intenzioni di ambienti vicini al terrorismo o sedicenti tali. Questa volta, una telefonata anonima ha avvertito la sede di Perugia dell’azienda della presenza di una bomba all’interno dei suoi locali. Sul posto sono presenti gli artificieri dei carabinieri che stanno effettuando i dovuti accertamenti, mentre sono in corso le indagini da parte della Digos. Si sta passando l’edificio palmo a palmo. Tuttavia, attualmente, i riscontri sono negativi. L’agenzia pubblica di riscossione dei crediti che opera per conto dell’Agenzia delle entrate e dell’inps è da mesi nel mirino di gruppi di facinorosi, attivisti dei centri sociali e vicini agli ambienti anarco-insurrezioanlisti che l’accusano di agire con estrema durezza nei confronti del cittadini debitori. Solo pochi giorni fa erano stati fatti esplodere uno, forse due, ordigni rudimentali presso la sede di Foggia, in via Portogallo. Due chili di esplosivo, probabilmente, che avrebbero potuto provocare serissimi danni e ferire gravemente se non uccidere chi si fosse trovato nelle vicinanze dello scoppio. Basti pensare che una delle serrande della società era stata scagliata a decine di metri di distanza. L’attentato non è stato, per il momento rivendicato.
Pare, inoltre, che le videocamere di sorveglianza non abbiano dato alcune riscontro, finora, circa l’identità degli attentatori. Un fenomeno con il quale non c’è da scherzare. Da settimane si susseguono infatti notizie di pacchi sospetti, ordigni esplosi o no, lettere minatorie, minacce e intimidazioni destinate alle diverse sedi dell’agenzia. L’episodio più drammatica si è consumato il 9 dicembre, quando un plico bomba è esploso in mano a Marco Cuccagna, direttore generale dell’agenzia, che aprendolo è rimasto ferito ad una mano. Allora, l’attentato, consumatosi presso la sede nazionale in via Andrea Millevoi 10, a Roma, era stato rivendicato dai Fai, Federazione Anarchica Informale. Il direttore era rimasto ferito anche al volto, a causa dell’esplosione di una scrivania in vetro che gli si trovava accanto. Tuttavia, non ha riportato serie conseguenze.
Operato immediatamente alla mano, gli è stata riscontata la rottura di una falange. Il pacco era partito da Milano. Sul caso sta indagando il procuratore aggiunto Pietro Saviotti, che ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di attentato con finalità di terrorismo