Il Pontefice oggi ha incontrato il corpo diplomatico nel consueto discorso di inizio d’ano rivolto ai diversi ambasciatori accreditati presso la Santa Sede. Benedetto ha toccato numerosi argomenti, dalla crisi economica alle violenze in Siria, dalla persecuzione dei cristiani alla famiglia e anche la primavera araba. Proprio su questo ultimo argomento il Pontefice, pur riconoscendo le molte difficoltà dovute ai cambiamenti improvvisi di tanti regimi del Nord Africa, ha chiesto alla comunità internazionale di avviare un dialogo con gli esponenti dei processi di cambiamento in atto. Per quanto riguarda la crisi economica internazionale, nata, ha detto il Papa, in occidente ma che oggi rischia di propagarsi anche ai Paesi in via di sviluppo, è necessario dotarsi di nuove regole, riprogettare risolutamente il cammino, al fine di assicurare a tutti “la possibilità di vivere dignitosamente e di sviluppare le proprie capacità a beneficio dell’intera comunità”. La crisi, ha aggiunto, disorienta i giovani che si sentono frustrati nelle loro aspirazioni a un futuro sereno. Il Papa si è quindi occupato delle nazioni che vivono momenti di grave crisi, con riferimento ai cristiani perseguitati. Grande attenzione il Papa dedica agli sviluppi della situazione in Iraq ancora vittima di attentati sanguinosi, e alla Siria, dove auspica la fine degli spargimenti di sangue chiedendo un dialogo fra le parti alla presenza di osservatori indipendenti. Quindi la Terra Santa, chiedendo che palestinesi e israeliani si attivino con decisioni a favore della pace. Sempre sul fronte internazionale Benedetto ha ricordato le persecuzioni contro la libertà religiosa, che invece è il primo dei diritti umani. Ha voluto così ricorda il ministro cristiano Bhatti assassinato da estremisti islamici sottolineando come esso non sia stato un caso isolato: “In non pochi Paesi i cristiani sono privati dei diritti fondamentali e messi ai margini della vita pubblica; in altri subiscono attacchi violenti contro le loro chiese e le loro abitazioni. Talvolta, sono costretti ad abbandonare Paesi che essi hanno contribuito a edificare, a causa delle continue tensioni e di politiche che non di rado li relegano a spettatori secondari della vita nazionale”. Positivo invece che la Corte europea dei diritti dell’uomo abbia riconosciuto la possibilità di avere i crocifissi nelle aule scolastiche italiane. Particolare importanza rivestono poi le parole del Pontefice sulla famiglia, in cui ha ricordato l’importanza di preservare i luoghi educativi. La famiglia, ha aggiunto, si fonda sul matrimonio tra uomo e donna.
Non è una convenzione sociale, ha spiegato, “bensì la cellula fondamentale di ogni società. Pertanto, le politiche lesive della famiglia minacciano la dignità umana e il futuro stesso dell’umanità”. Per il Papa le misure legislative che permettono e favoriscono l’aborto si oppongono all’educazione dei giovani e al futuro dell’umanità.