E’ il fumettista, animatore e illustratore Winsor McCay il protagonista del logo odierno di Google. Il motore di ricerca di Mountain View rende omaggio all’eclettico artista statunitense attraverso una sorprendente animazione che ricorda uno dei suoi lavori più famosi, “Little Nemo in Slumberland”, la cui prima striscia venne pubblicata per la prima volta proprio il 15 ottobre di 107 anni fa sul quotidiano New York Herald. Figlio di Janet Murray e Robert McKay (cambierà successivamente il cognome in McCay), del fumettista non sono noti con certezza né il luogo né la data di nascita: fu lui a dichiarare di essere nato a Spring Lake, in Michigan, nel 1871, eppure la sua lapide riporta come anno il 1869. Giunto alla Cleary School of Penmanship di Ypsilanti per volere dei genitori, Winsor riceve la sua unica istruzione artistica accademica da John Goodison, ex pittore di vetrate, dei cui insegnamenti McCay fece largo uso durante tutta la sua carriera di fumettista.
Agli inizi del nuovo secolo si trasferisce invece a Cincinnati, dove lavora come artista per il Kohl and Middleton’s Vine Street Dime Museum, subito prima di cominciare a esibirsi nei cosiddetti “chalk talk”, spettacoli ascrivibili al genere vaudeville (in cui alla prosa vengono alternate strofe cantate o disegni), molto popolare in quel periodo. La prima serie a fumetti rilevante di McCay è “Tales of the Jungle Imps by Felix Fiddle”, pubblicata in 43 puntate nel 1903 sul giornale The Cincinnati Enquirer, ma le strisce più celebri sono senza dubbio “Little Nemo in Slumberland” e “Dream of the Rarebit Fiend”, entrambe ambientate nel mondo dei sogni e caratterizzate da una dimensione onirica che a quell’epoca rappresentava una vera novità: «Questo perché era la prima volta che veniva rappresentato un mondo fantastico, sconosciuto, descritto attraverso disegni e situazioni fantastiche considerate ovviamente oniriche perché non ascrivibili alla realtà», spiega a IlSussidiario.net Maurizio Nichetti, noto attore, sceneggiatore e regista cinematografico. «McCay è stato un vero pioniere anche nel riuscire a dare un cuore e un’anima alla natura, alla fantasia e al sogno al di là della realtà, un ambito poi ripreso e sviluppato profondamente negli anni successivi».



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Winsor McCay ha realizzato inoltre diversi importanti filmati di animazione, tra cui spicca in particolare “Gertie il dinosauro”, in cui unisce animazione e vaudeville: «Pur riconoscendo l’importanza di “Little Nemo in Slumberland”, – ci dice Nichetti – personalmente ho sempre associato la figura di Winsor McCay proprio a “Gertie il dinosauro”, il primo esempio di tecnica mista in ambito cinematografico in cui una persona reale interagisce con un cartone animato. A quell’epoca anche il solo vedere una persona reale su uno schermo veniva considerato un mistero, quindi l’interazione tra un uomo e un dinosauro rappresentava davvero una sorta di magia. Inoltre quest’innovazione può essere di fatto considerata la vera anticipazione di tutto il cinema virtuale che arrivò solamente molti anni dopo».



I fumetti di McCay non furono mai molto popolari, eppure ebbero sempre un forte seguito grazie a uno stile grafico decisamente espressivo: «Come tutti coloro che hanno fatto qualcosa per la prima volta, – commenta Nichetti – anche McCay è stato superato da chi è arrivato dopo di lui. All’origine c’è la creazione di uno stile, di una tecnica o di un genere, piccole “magie” che però sono ancora tutte da perfezionare: dopo McCay, ovviamente ricordato per essere stato il primo ad utilizzare questi mezzi, sono arrivati tutti gli altri fumettisti del calibro di Walt Disney, i quali hanno sviluppato il cartone animato e lo hanno fatto diventare ciò che in sostanza è oggi».     



 

(Claudio Perlini)