Domenica 14 ottobre i giornali titolavano: “I pm su Napolitano: immunità totale solo ai re”. La frase era inserita nella lunga memoria difensiva della Procura di Palermo presentata alla Corte costituzionale di fronte alla quale il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si è rivolto sollevando il conflitto di attribuzione. In sostanza per le quattro telefonate intercettate tra lui e l’ex ministro Nicola Mancino. Il procuratore di Palermo, Francesco Messineo, forse attendendo una reazione, rilasciava una dichiarazione: “Nessuna affermazione irriguardosa nei confronti del Presidente della Repubblica ma solo un’argomentazione giuridica circa l’immunità di cui gode”. 



Martedì 16 ottobre, gli stessi giornali titolano: “Napolitano: vogliono colpirmi”. Che cosa è accaduto? Andando all’inaugurazione della scuola della magistratura a Scandicci, vicino a Firenze, il Capo dello Stato rende noto un carteggio tra lui e il suo consigliere giuridico, Loris D’Ambrosio, morto d’infarto dopo essere stato tirato in ballo nelle storia delle intercettazioni e ascoltato come testimone dalla procura di Palermo. In una lettera, D’Ambrosio scrive due passaggi da brivido: “Tutto ciò è inaccettabilmente calunnioso: Ma non mi è difficile immaginare che i prossimi tempi vedranno spuntare accuse ancora più aspre che cercheranno di ‘colpire me’ per ‘colpire lei’”. 



E ancora: “Non conosco il contenuto delle conversazioni intercettate, ma quel tanto che finora è stato fatto emergere serve a far capire che d’ora in avanti ogni più innocente espressione sarà interpretata con cattiveria e inquietante malvagità”. Come rivela lo scriba quirinalizio del Corriere della Sera: tutto questo è ben altro che la pretesa di “una inviolabilità assoluta alla pari dei re”, come è stato sostenuto, con un irritante paragone, nella memoria difensiva della Procura di Palermo. In parole meno sinuose, in altri termini più immediati, il Presidente Giorgio Napolitano ha dato subito una risposta durissima alla memoria difensiva dei pm di quella Procura. 



Tutto questo e quello che sta accadendo da mesi, intorno alla vicenda delle intercettazioni, lasciano perplessi e portano ad alcune riflessioni. È possibile che in un Paese si debba assistere a una sorta di “partita a scacchi”, per usare un eufemismo, o più precisamente a un continuo “botta e risposta” tra istituzioni? La Corte costituzionale deve decidere tra un mese su un argomento di estrema delicatezza, dove secondo alcuni esegeti del diritto costituzionale, si celerebbe una sorta di lacuna del diritto, per dirla tecnicamente. 

Ma quello che possiamo definire il contenzioso è in corso da mesi, prima ancora che la Consulta ne discuta e decida. In una Paese liberale, dove la certezza del diritto è un cardine fondamentale, questa sorta di “rissa” tra il titolare del Quirinale (che è pure Presidente del Consiglio Superiore della magistratura) e una Procura di “avanguardia” di magistrati diventa uno spettacolo quasi desolante. Ma la sequenza che si sta vivendo in questi mesi fino all’attuale botta e risposta assume toni adesso inquietanti. 

Per molto tempo, intorno a queste intercettazioni (che non si comprende per quale ragione non siano state stracciate), si sono lasciate correre allusioni, insinuazioni di ogni tipo. Adesso arrivano ombre più sinistre, se ci è consentito dirlo. Perché Loris d’Ambrosio, prima di morire, scrive lettere dove si afferma: “cercheranno di colpire me per colpire lei”? Dato che è dal 1992 che si predica chiarezza, trasparenza, glasnost, per usare un termine che in quei tempi era di moda, chi è il soggetto (personale, istituzionale, politico) che intende colpire il Presidente della Repubblica? Ora il problema, con questa rivelazione, non è più solo ristretto al conflitto di attribuzione che la Consulta risolverà tra un mese, ma a qualche cosa di più pesante, di più indefinibile e nello stesso tempo più inquietante. 

È lecito ancora, in un Paese democratico, fare questa domanda ed esigere una risposta: chi vuole colpire il Presidente Napolitano? E perché? Oppure bisogna sempre restare nel campo delle allusioni?