Ergastolo, senza attenuanti. E’ quanto l’accusa ha chiesto nei confronti di Salvatore Parolisi, il militare unico indagato e sospettato della morte della moglie Melania Rea. Alla ripresa del processo nei suoi confronti, questo è quanto è stato chiesto per lui, in uno dei casi più misteriosi e intricati della cronaca recente italiana. Ilsussidiario.net ha chiesto un parere alla giornalista Ilaria Mura che ha seguito da vicino il caso sin dall’inizio e il suo commento è chiaro e semplice: “Ci sono un sacco di domande a cui non si è saputo dare risposta. Parolisi è certamente persona condannabile dal punto di vista morale, un traditore confesso, ma a tutt’oggi manca qualunque prova della sua presenza sulla scena del delitto”. Non è la sola mancanza in una indagine che mostra parecchi punti oscuri, sostiene Ilaria Mura: “L’impressione è che si voglia il colpevole a tutti i costi per placare l’ira della famiglia Rea”.



Quale il suo commento dopo la richiesta di ergastolo per Salvatore Parolisi? Un ergastolo in un rito abbreviato non sembra richiesta eccessiva? E’ tutto eccessivo in questo caso. Che Parolisi sia un personaggio che ha detto diverse bugie, e le ha dette sicuramente anche a me quando ci ho parlato, è assodato. E’ un traditore e lo ha ammesso pubblicamente. Il problema però è che ci devono spiegare la scena del crimine.



Non è stato fatto? Secondo me dalle risultanze che ho la scena del crimine racconta un’altra cosa rispetto a quanto sostiene l’accusa.

Cosa racconta? Il fatto che ci siano tracce di dna di altre persone, il fatto che ci siano tracce di pneumatici che non sono compatibili con gli pneumatici di quella del Parolisi. E ancora:  il fatto che nessuno lo ha visto. Se nessuno lo vede a Ripa di Civitella allora è stato fortunato. Nessuno lo vede a Colle San Marco quindi non c’era neanche lì. Chi sono quelli che lo hanno visto, questi famosi testimoni? Persone che erano dentro al bar a magiare?



C’è poi il fatto inquietante che la persona che ha trovato il cadavere e avvertito i carabinieri non si sia mai fatta viva né sia stata identificata. Anche quello, certamente. Sono tutte stranezze che non sono state chiarite. Io non lo so chi è il colpevole, lui si proclama innocente. Con Parolisi ci ho parlato tante volte e mi è sembrato un ragazzo tormentato, confuso ma soprattutto talmente disordinato anche mentalmente che pensare che abbia organizzato un delitto così preciso nel suo svolgimento mi sembra impossibile.

Troppe stranezze dunque. Non si è mai trovata l’arma del delitto  e non ci sono tracce di Parolisi sul luogo del delitto. L’unica cosa che fa pensare anche a me è il fatto del rapporto sessuale così come lo identificano le tracce sul corpo di Melania. Ma questa cosa potrebbe far pensare tante altre cose.

E ipotizzare che non sia lui l’assassino fisico ma si sia servito di complici? Se lui c’entra è sicuro che ci sono dei complici. Fisicamente non è possibile che sia lui l’assassino e soprattutto non è possibile che torni sul luogo del delitto a infierire sul corpo della moglie.

Perché? Era con la figlia e poi era al telefono con l’amante: come faceva a infierire sul corpo della moglie? Ma poi: per quale motivo uno così semplice – tra virgolette –  abbia organizzato una cosa così complessa? Sa come si fa a far sparire qualcuno? Si fa un grosso buco nel terreno, non trovano mai il corpo e il caso resta così.

Ultimamente molti casi analoghi hanno dimostrato evidenti buchi nelle indagini della polizia scientifica, potrebbe essere così anche questa volta? In effetti hanno fatto indagini molto precise però è anche vero che non c’è stata l’indagine tradizionale, meglio allora recuperare Maigret. Oggi si guarda troppo alle indagini scientifiche e non si fanno ragionamenti logici. Se non si trovano indizi convergenti e si segue solo la pista scientifica e quella crolla si rimane senza niente.

Ci sono poi le famose celle a cui è stato agganciato il cellulare di Parolisi. Dicono: il cellulare di Parolisi che si aggancia principalmente a Ripa di Civitella però c’era un minimo di possibilità che potesse essersi anche agganciato nel punto in cui i cani fiutano il corpo cioè al monumento ai caduti. Ma se non c’è un minimo di possibilità il dubbio è pro reo. Così dice il codice italiano o vogliamo cambiarlo?

Lei solleva davvero tante domande.

Mi devono anche spiegare perché Parolisi è dentro e Stasi è fuori quando c’erano molti più indizi su Stasi. Vogliamo parlare di Parolisi dal punto di vista morale? Non è reato tradire la moglie, se lo vedrà con la sua coscienza.

Rimane come punto più clamoroso la mancanza di identificazione della persona che denunciò di aver trovato il cadavere di Melania. Certo. Abbiamo detto che Parolisi è personaggio un po’ strano ma che dire di questa persona che vede un cadavere, una cosa gravissima e lo denuncia col tono di voce calmo e pacato, fa venti chilometri per cercare una cabina dove sa che le telecamere sono fuori uso e poi avvisa i carabinieri con calma? Io in un caso analogo avviso subito che problema avrei? E’ possibile che non c’era nessuno e che fosse un misantropo? Secondo me ci sono complicità a cui non hanno saputo dare risposta.

Per un po’ si è seguita la pista della caserma, da dove sono saltate fuori storie abbastanza squallide. E’ plausibile pensare che qualcuno di quell’ambiente abbia voluto incastrare Parolisi? Non lo so, è vero che lui era pieno di amanti però io analizzo fatti e la caserma non è una pista che ha dato qualcosa. E’ un ambiente molto chiuso dove si tende a nascondere ogni cosa ed evitare scandali, è un muro impenetrabile che rimarrà tale. Se qualcuno non parla questo caso rimarrà un mistero vero.