Antonio Bassolino, ex governatore della Regione Campania e altre sedici persone risultano citate in giudizio per danno allo Stato del valore di oltre 43 milioni di euro. E’ questo il danno quantificato dal Gruppo tutela della spesa pubblica per la bonifica annunciata diverse volte del litorale flegreo e di quello dell’agro-aversano. Una bonifica per la quale la regione Campania affidò l’incarico alla Jacorossi Imprese Spa. Il fatto risale al 2002 quando tra la regione, il Commissariato di governo per le emergenze bonifiche e la ditta in questione venne stipulato un contratto per quello che era stato definito “piano per la gestione degli interventi di bonifica e rinaturalizzazione dei siti inquinati del litorale domizio-flegreo e agro versano”. Ecco le accuse: non ci fu gara pubblica, non c’era la prevista certificazione Soa che dimostra la capacità tecnica dell’impresa e le sue disponibilità economiche per l’esecuzione di un appalto pubblico, e c’erano invece pareri negativi degli uffici competenti del ministero e dell’Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente. Questi infatti ritenevano che il progetto presentato dalla ditta Jacorossi fosse carente delle informazioni necessarie. Nonostante ciò si affidò un appalto del valore complessivo di 117 milioni di euro. La ditta doveva occuparsi di  progettazione e l’esecuzione degli interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale dei siti del litorale domitio flegreo e dell’agro aversano con l’uso di 380 lavoratori socialmente utili. Tra i capi di accusa anche la documentazione che prova che regione e Commissariato di governo si erano assunti obblighi a cui sapevano già ancor prima di iniziare i lavori di non poter far fronte. C’erano in ballo infatti tempi troppo stretti e le lamentele delle locali comunità cittadine. Ci sono state infatti numerose mancanze degli obblighi contrattuali con costi non preventivati e dunque smaltimento di rifiuti presso impianti terzi e senza l’utilizzo dei lavoratori socialmente utili. Nel 2007 si è arrivati a un contenzioso con la società la quale è stata condannata a versare 21,8 milioni di euro per inadempienze e nonostante questo alla stessa società venne stipulato un nuovo contratto per servizi di asporto rifiuti e bonifica. Ecco perché la somma di 43 milioni di euro di danni allo Stato: 22 milioni il corrispettivo di risarcimento danno della Jacorossi, 17 i costi sostenuti per lo smaltimento di rifiuti presso terzi, 4 milioni per quanto pagato dall’Inps  a titolo di cassa integrazione ai 380 lavoratori socialmente utili nei periodi di fermo delle attività di bonifica.



Oltre all’ex governatore della Campania risultano coinvolti l’ex ministro Willer Bordon, un ex sottosegretario, Raffaele Morese, e alcuni professionisti.

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