Torna puntuale l’ora solare Alle 3.00 di questa notte, le lancette degli orologi andranno spostate indietro di un’ora mentre l’ora legale tornerà, invece, il 23 marzo. Dunque, un’ora di sonno in più ma anche giornate più corte e meno luminose: insomma, un vero e proprio sparti acque fra il periodo estivo e quello invernale, ormai alle porte. Secondo quanto rilevato da Terna, durante il periodo di ora legale, iniziato il 30 marzo 2013, il nostro paese è riuscito a risparmiare 613 milioni di kilowattora: un buon risparmio, soprattutto in tempo di spending review, pari a circa 102 milioni di euro che corrisponde al consumo medio annuo di 250.000 famiglie. Del resto, il periodo fra marzo e ottobre è quello che registra il maggior numero di ore naturali e, quindi, si fa meno ricorso all’energia elettrica. Nel dettaglio, ad aprile si è avuto un risparmio di 129 milioni di kWh, a maggio di 81 milioni di kWh, a giugno di 34 milioni di kWh, a luglio di 34 milioni di kWh, ad agosto di 33 milioni di kWh, a settembre di circa 85 milioni di kWh e ad ottobre di 161 milioni di kWh. Del resto, l’ora legale nacque proprio per risparmiare. Il pioniere della politica eco-friendly fu Benjamin Franklin che lo propose già nel ‘700 ma solo nel 1916 la Camera dei Comuni del Regno Unito adottò questa pratica. Nello stesso anno anche l’Italia si adeguò, applicando l’ora legale nel periodo da 3 giugno al 30 settembre. Nel nostro paese, però, la scelta fu alternata da vari periodi di stop. La prativa fu sospesa nel ventennio dal 1920 al 1940 ma tornò in uso nel periodo della guerra e rimase in vigore sino al 1948, anno in cui fu nuovamente annullata. Dobbiamo attendere sino al 1966, anno della grave crisi energetica per ritrovare il provvedimento che dura tutt’ora e che non piace a tutti e non manca di suscitare polemiche. Lo spostamento delle lancette prima avanti, nel periodo di maggiore esposizione solare e poi indietro durante i mesi invernali, causa, secondo parecchi studi, disturbi del sonno. L’ultimo in ordine di tempo è quello della società americana esperta del sonno, Tempur, che punta il dito contro il cambiamento di orario. Secondo gli esperti, a soffrirne maggiormente sono i più piccoli che registrano disturbi nel sonno nel cinquanta per cento dei casi. Un disturbo temporaneo che, comunque, svanisce nel giro di due o tre settimane, a seconda della sensibilità dei bambini.
Il Codacons, l’associazione dei consumatori, ribadisce invece da anni la necessità di abolire definitivamente l’ora solare e di prolungare per tutto l’arco dell’anno quella legale. Ma non tutti gli studi sono negativi verso questa pratica: Uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine afferma che il lunedì successivo al cambio di orario si verificano meno infarti.