Sabrina Misseri e Cosima Serrano oggi non parleranno dal banco degli imputati. Nei primi minuti d’apertura dell’udienza numero venticinque del processo per l’omicidio si Sarah Scazzi che vede imputate madre e figlia , rispettivamente zia e cugina della ragazzina uccisa il 26 agosto 2010 ad Avetrana, gli avvocati di Cosima e Sabrina hanno chiesto il rinvio delle deposizioni delle loro assistite. La Corte di Assise, in Camera di consiglio ha stabilito che il processo verrà riaggiornato il 20 novembre, data in cui le madre e figlia dovranno essere sentite, nonostante in un primo tempo le prossime sedute erano state fissate al 5 e al 6 sempre del mese in corso. Gli avvocati della difesa, Franco Coppi e Franco De Jaco hanno detto che le loro assistite “intendono rispondere alle domande dell’ufficio del pubblico ministero ma per poterlo fare adeguatamente in modo da essere preparate di fronte alla Corte, hanno bisogno che siano fatti pervenire loro alcuni atti che invece non sono giunti a destinazione”. Fra la documentazione richiesta ci sono anche quattro quaderni con altrettanti memoriali di Michele Misseri. L’avvocato coppi ha fatto sapere che Michele li ha consegnati all’altra figlia Valentina, perchè venissero utilizzati per la difesa di Sabrina. Ci sarebbero anche moltissime lettere, circa una a settimana, che Misseri avrebbe spedito alla figlia e che lei dovrebbe ancora leggere con attenzione. La ragazza ha infatti detti al legale che dal carcere le viene impedito di portare in aula le missive scritte dal padre. La difesa vorrebbe mettere a disposizione della Corte queste missive, che l’avvocato Coppi ritiene “importanti poichè in queste chiede Michele chiede perdono e si autoaccusa” anche se ”di contenuto analogo a quelle che abbiamo ottenuto”. Questa esigenza, secondo Coppi e’ rafforzata dal fatto che “Michele Misseri ieri ha deciso di non rispondere alle domande della Corte e delle parti, quindi, secondo Coppi, ”è opportuno far conoscere la sua posizione”. Proprio ieri, durante la ventiquattresima udienza del processo “Zio Michele” ha fatto scena muta. 



Alla presidente della Corte, Rina Trunfio, che gli chiedeva se aveva qualcosa da dichiarare, Misseri ha risposto: “Per il momento no”, poi ha specificato la formula rituale “mi avvalgo della facoltà di non rispondere”, tornando a sedere tra i banchi alle spalle della figlia Sabrina e della moglie Cosima, le due donne accusate del delitto. Agli atti del processo restano, quindi, le tre versioni che Michele Misseri ha fornito agli inquirenti in merito alle modalità e al movente dell’omicidio della nipote: l’autoaccusa, il concorso con la figlia, per tornare di nuovo ad addossarsi la colpa.

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