Urne aperte per le elezioni regionali in Lombardia, Lazio e Molise, con tutta probabilità, il 27 gennaio 2013. Lo ha fatto sapere il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri a margine di una conferenza stampa a Palazzo Chigi spiegando che le elezioni regionali si terranno sicuramente nel 2013, dopo le festività natalizie, poiché non ci sarebbe il tempo necessario per formare delle liste. La prima data utile sarebbe, dunque, proprio il 27 gennaio ma il tutto va valutato con i presidenti delle regioni poiché la data che coincide con la giornata della Memoria, dedicata alle vittime della Shoah. L’unica cosa sicura, sembra per ora, la formula dell “election day” che accorpa il voto delle tre regioni. Il 26 ottobre scorso si è sciolto il consiglio regionale lombardo: l’assemblea del Pirellone ha, infatti, votato in quella data, l’approvazione delle nuova legge elettorale che abolisce il listino “bloccato” e si è successivamente sciolta in seguito alla decisione di tutti i consiglieri. Con tutta probabilità, a sfidarsi alle urne lombarde saranno Roberto Maroni della lega Nord e l’ex primo cittadino di Milano, Gabriele Albertini, nome gradito a Formigoni, in attesa di un terzo nome da inserire nelle liste. Rinnovo anche per l’elezione dell’assemblea della Pisana, caduta sotto i colpi dello scandalo dei fondi al Pdl e l’arresto dell’ex capogruppo, Franco Fiorito. Palazzo Chigi aveva auspicato che l’apertura delle urne fosse fissata entro 90 giorni dallo scioglimento, avvenuto il 24 settembre scorso. La ex presidente della regione, Renata Polverini, vorrebbe tentare di riconvocare l’assemblea prima del voto per poter cambiare il regolamento e apporre una sforbiciata dei candidati. I consiglieri per la prossima legislatura, passerebbero quindi da 70 a 50. Un atto a cui la presidente dimissionaria tiene moltissimo ma che spetta all’attuale presidente, Mario Abruzzese. L’opposizione accusa la polverini di dilatare i tempi per concedere tempo supplementare al Pdl che non ha ancora un nome da mettere in lista. Sul Lazio pende infatti l’incognita delle primarie: il Pdl non ha ancora un nome da opporre a Nicola Zingaretti, già ufficialmente candidato per il centro-sinistra.
Il sindaco della Capitale, Gianni Alemanno non nasconde le difficoltà: “Stentiamo a trovare l’avversario di Zingaretti. Meloni e Augello sarebbero ottimi candidati, ma dobbiamo guardare anche alla società civile che può aiutarci a unire il fronte con l’Udc: anche in questo caso le primarie possono aiutarci a fare sintesi”.