Il termine “choosy” arriva in tribunale. La definizione usata dal ministro Fornero per criticare i giovani di oggi che secondo lei dovrebbero accontentarsi di prendere al volo qualunque tipo di lavoro senza fare gli schizzinosi (appunto “choosy” in inglese, cioè quelli che scelgono, invece di accettare qualunque cosa) è ormai diventata di uso comune. Ha fatto il giro della rete, è usata per criticare la stessa Fornero: non siamo schizzinosi, dicono i giovani, è che non c’è proprio nessun tipo di lavoro da preferire o accettare. In un momento in cui la disoccupazione giovanile ha toccato cifre mai viste prima, “choosy” è stato insomma interpretato come una offesa. Adesso arriva anche la querela: il padre di un giovane siciliano di 27 anni che si suicidò un paio di anni fa per protesta contro le raccomandazioni e i baroni dell’università, ha infatti presentato un esposto alla procura di Palermo contro Elsa Fornero. Norman Zancone si gettò dal settimo piano della facoltà di lettere e filosofia di Palermo: un gesto di tragica protesta per la mancanza di lavoro e per le raccomandazioni esistenti nell’ambiente universitario. Norman infatti si era laureato in Filosofia della conoscenza e della comunicazione con il massimo dei voti alla facoltà di Lettere a Palermo e avrebbe conseguito a breve anche il dottorato in filosofia del Linguaggio. Un curriculum di alto livello dunque, ma non trovava occasioni di lavoro. Il padre già allora aveva parlato di omicidio di Stato. Adesso la denuncia al ministro: “Non è più concepibile che esponenti del governo continuino ad usare tale terminologia riferendosi ai nostri giovani, poiché viene offeso il percorso individuale, umano e professionale di un’intera generazione di talenti che non godono di particolari garanzie o di un nome altisonante” ha detto. Suo figlio in questo modo continua a venir ucciso, ha aggiunto, e tutta la sua generazione viene mortificata e delegittimata. A Norman Zancone è rimasta solo un’aula dell’università di Palermo dedicata al suo nome.
Al momento non ci sono reazioni o commenti da parte del ministro che già dopo le prime polemiche aveva detto di non aver voluto offendere nessuno.