All’ “Isola Garibaldi”, a Milano, ci sono arrivato da Casale Monferrato, poco prima di iniziare le scuole elementari. La zona, allora, era di case di ringhiera, piccole botteghe, fabbriche abbandonate. Oggi è grattacieli, locali di moda, palazzine ben ristrutturate. Il cuore del quartiere, non è cambiato. Era, ed è, piazza Minniti, su cui si affaccia l’oratorio del Sacro Volto, creatura dell’indimenticato Don Eugenio Bussa (nato in zona e commemorato dallo Stato d’Israele con la medaglia dei Giusti per aver salvato durante il fascismo centinaia di giovani, molti ebrei). E su cui si immette via Dal Verme, dove ha sede la scuola elementare (allora guidata dal dottor Luigi Merati, uomo carismatico di grande umanità la cui figura è stata punto di riferimento per generazioni di studenti conquistati alla Bellezza con l’ascolto, ogni giorno, prima delle lezioni, di un piccolo brano di musica classica).
Tra via De Castillia e via Confalonieri, c’era lo stabile dismesso della Brown Boveri. Lì, noi ragazzi, tra calcinacci e vetri rotti, ci sfidavamo in prove di coraggio che, una volta superate, ci facevano sentire invincibili. Proprio in quest’area, dove son cresciuti palazzi di scintillante bellezza, da una parte, in una elegante palazzina dei primi anni del Novecento, ha sede uno dei ristoranti di maggior successo della città, il Ratanà (via De Castillia, 28 – tel. 0287128855) creatura stragolosa di due giovani di talento, Cesare Battisti (chef) e Danilo Ingannamorte (sommelier). La selezione delle materie prime (pane di Eugenio Pol di Fobello, carni della macelleria Annunciata, salumi del salumificio Marco D’Oggiono di Oggiono, formaggi del Boscasso di Ruino…) è eccellente. Piatti e vini sono radiosi.
Dall’altra, in due belle salette calde e famigliari, opera Ex Mauri (Via F. Confalonieri, 5 – tel. 0260856028 ), trattoria che patron Massimo La Bella gestisce con bravura e cordialità, con proposte che possono avere il gusto di “baccalà&stoccafisso”, bigoli in salsa di cipolle e acciughe, fegato alla veneziana con polenta grigliata, dessert fatti in casa tra cui spicca il tiramisu. Per i nostalgici dei locali in stile “vecchia Milano”, gli indirizzi saranno l’Enoteca Rotondi (piazzale Lagosta 2- tel. 026684293), indirizzo già caro a Gino Veronelli, quando abitava in zona, premio Golosaria 2009, e dal 1939 “bottiglieria”formidabile dove c’è selezione di vini di pregio di assoluto valore. E Berti (via Algarotti 20 – tel. 026694627), tavola storica che se ne sta a due passi dal “Palazzo della Regione Lombardia”. Il locale, fondato nel 1866 come “Nuova osteria della Stazione Centrale”, in seguito sarebbe stata ribattezzato “Osteria dei ladri”, per la professione di molti clienti abituali di allora, che si mescolavano agli operai tra un piatto e un bicchiere.



Ai giorni nostri, portafogli e borse non li tocca nessuno, e invece si mangia bene, con buona interpretazione dei piatti meneghini e lombardi. Poco più in là, ai piedi dell’avveniristico palazzo della Regione, ha invece sede un’altra interessante new entry della ristorazione meneghina, Milano Bakery (piazza Città di Lombardia – via Melchiorre Gioia, 35 – tel. 0266989321), che nella grande sala ha l’unico orto verticale della città, e che opera da mattino a notte fonda, con una proposta che si articola in colazioni di classe (qui c’è un laboratorio di pasticceria sommo), pranzi veloci ma nel segno del gusto e aperitivi, quando i ritmi si fanno rilassati, alla sera, cucina d’autore.
Ma ieri alla presentazione di Golosaria (www.golosaria.it) nello storico panificio Marinoni, io e Paolo ci siamo commossi quando a fine conferenza, dopo aver parlato di Milano e del suo gusto, Maria ci ha fatto trovare la michetta con la mortadella. Si proprio quella della nostra infanzia. Allora non c’era il Brut di Lugana dell’azienda Perla del Garda. Oggi abbiamo brindato così… aspettando Golosaria. 



(Marco Gatti)

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