Tre alpinisti italiani bloccati da ieri mattina a quasi 4mila metri di altitudine sulle Alpi francesi risultano dispersi. Di loro infatti non si hanno più notizie: il secondo giorno di ricerche è stato sospeso al primo buio, la situazione è molto preoccupante in quanto sul posto si stanno verificando tormente di neve e sono difficili anche le operazioni di ricerca. La zona dove i tre sono rimasti bloccati è quella del Dôme de neige des Écrins a una altezza di 3900 metri. Si tratta del cardiologo Damiano Barabino di Genova, l’istruttore Cai Luca Gaggianese di Milano, e il primario del reparto di cardiochirurgia dell’ospedale di Lecco Francesco Cantù partiti domenica diretti verso la vetta. Alle 10 di mattina di lunedì dopo aver trascorso la notte avevano però lanciato l’allarme. Erano riusciti a trascorrere una seconda notte vicino alla vetta, quella di  ieri, poi le ricerche non hanno dato alcun risultato. L’unica notizia che si ha è un messaggio inviato verso le 16 di ieri dai tre uomini diretto alle proprie famiglie in cui avvisavano che cercavano di scendere dalla montagna dall’altro versante della stessa senza però dare indicazioni esatte di dove volevano passare. Tutti e due i versanti della montagna, quello sud e quello nord però sono stati battuti dalle forze di soccorso ma senza risultati. Proprio nella stessa zona e sempre tre alpinisti italiani, erano morti tre anni fa: stavano scalando la vetta del Meije sul massiccio degli Ecrins nelle Alpi francesi ed erano precipitati in un crepaccio. Il problema questa volta è dato dal fatto che visto che la scalata è molto difficile va fatta con un equipaggiamento leggero, il che in caso si rimanga bloccati in condizioni avverse di maltempo fa correre il rischio di rimanere congelati. I soccorritori stanno pensando adesso di fare domani un campo base intorno ai 1800 metri per essere agevolati nelle ricerche senza dover tornare ogni volta a bassa quota, ma anche domani si prevede che le condizioni meteo rimagnano ancora brutte. Sulle montagne infatti stanno cadendo abbondanti nevicate. I cellualri dei tre risultano spenti ormai da ore. 



I tre alpinisti italiani sono considerati degli esperti di buon livello e due di loro sono anche guide del Cai. Ma si sa che in condizioni avverse ad alta quota l’esperienza può aiutare fino a un certo punto.

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