Il 28 novembre la Chiesa cattolica celebra San Giacomo della Marca, nato a Monteprandone il primo settembre del 1393. Nella sua vita fu sacerdote operante nell’ordine dei Frati Minori Osservanti e fu canonizzato nel 1726 sotto il pontificato di papa Benedetto XIII. Originario della provincia di Ascoli Piceno, fu qui che il frate compì i suoi studi, laureandosi in Diritto a Perugia e poi, successivamente, trasferendosi a Bibbiena, un paese della Toscana, dove operò come giudice. In seguito fu notaio presso la segreteria del comune di Firenze. Il suo avvicinamento alla Chiesa avvenne proprio qui, attraverso l’amicizia con alcuni frati francescani del luogo. Decise di entrare nell’ordine monastico dei frati minori nel luglio dell’anno 1416, in seguito ad alcune sensazioni molto forti suscitate in lui dalla visione del Monte la Verna, monte molto caro a San Francesco. Fu ordinato sacerdote nel 1423, dopo aver completato l’insegnamento dei pecetti sotto la guida di Bernardino da Siena e di Giovanni da Capestrano. In quel periodo regnava una antica rivalità tra le città di Fermo e quella di Ascoli Piceno, ma con l’intervento di Giacomo in veste di paciere, questa rivalità fu finalmente sedata con la storica pace del 1446 e in seguito con quella del 1463. A suguire, ricordiamo l’impegno di Frate Giacomo nella lotta all’eresia bogomila in Bosnia e alle dottrine eretiche degli ussiti in Austria e nel territorio della Boemia. Nel 1459 fu invitato da Papa Pio II a partecipare al Consiclio di Mantova per la formazione dell’esercito che sarebbe partito nella crociata contro i Turchi. In seguito su anche tra i partecipanti del Concilio di Firenze, dove avvenne la riunificazione della Chiesa Latina con le chiese d’oriente. Grazie alla sue doti di giudice e di uomo di legge, Frate Giacomo diede legislazioni civili a circa dieci città durante la sua esistenza, oltre ad aver scritto ben 18 volumi. Era un frate colto che metteva la sua cultura al servizio del suo ordine monastico e dalla Chiesa Istituzionale. E’ stato un precursore delle associazioni cattoliche e ha mostrato, nei suoi libri, un ingegno e un’illuminazione fuori dal comune. Fece inoltre costruire conventi, chiese e biblioteche, il suo impegno civile si protrasse anche nella città di Napoli, dove Giacomo si recò sotto richiesta del papa per accontentare il volere del devoto re Ferdinando, e dove il futuro santo si ritrovò a trascorrere gli ultimi anni della sua vita in un riposo finalmente meritato che però, forse, avrebbe preferito godere nella zona della Marca. 



Giacomo venne a mancare nel 1476, proprio a Napoli, dove venne sepolto presso la Chiesetta di Santa Maria la Nova. Il suo corpo è stato trasferito, nel 2011, presso il Santuario di Santa Maria delle Grazie, un santuario da lui fondato a Monteprandone nel 1449. 

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