Il 14 dicembre Adam Lanza entra armato di due pistole semiautomatiche alla Sandy Hook, scuola materna ed elementare di Newtown nel Connecticut. Lascia dietro di sé una interminabile scia di sangue: sono 28 le vittime, di cui 20 fra i 5 e i 10 anni e la madre, uccisa in casa prima di proseguire la strage nella scuola. Alla fine, accerchiato, si suicida piuttosto che consegnarsi alla polizia. Il presidente Barack Obama si presenta quasi subito dopo alle televisioni: non ha paura di mostrarsi in lacrime mentre dichiara di essere vicino a quelle “famiglie in Connecticut che non potranno più abbracciare i loro figli” e annuncia futuri provvedimenti contro la vendita di armi.
Alcuni approvano ad alta voce: è indubbiamente troppo facile reperire armi negli Usa, complice anche un uso distorto che si fa del II emendamento della Costituzione. Ad un eccessivo liberalismo nella diffusione delle armi corrisponde direttamente una generale escalation di violenza con un concentrarsi di gesti eclatanti ad opera di folli in preda a turbe psichiche. Che si limiti dunque il possesso di armi, e non accadrà mai più un evento del genere, sembra essere il succo di una tale posizione.
Altri (generalmente chi per interesse o ideale difende il possesso di armi) si limitano ad indicare l’autismo del ragazzo come la causa principe e scatenante della violenza. La sua patologia ha portato ad un uso distorto di uno strumento in sé “neutrale”, l’arma da fuoco, come può essere una macchina di grossa cilindrata.
Ma tutti questi ragionamenti, al di là della loro eventuale correttezza, non possono non sembrare giustificazioni, scusanti per un gesto follemente crudele. Ciò che si cerca con entrambe le spiegazioni è di porre una misura razionale al dramma incorso in queste ore. Tutto (dalla banale reazione sociale agli articoli di giornale e alle dichiarazioni dei politici), in entrambi i casi, rivela l’ansia di controllare un simile evento, di trovarne una spiegazione razionale, quasi che una volta “incasellato,” il problema non si ponga più. Quasi che eliminare la causa (restringendo il possesso di armi) o trovarne una ragione patologica (l’autismo), servi a quietare gli animi, a tranquillizzare la coscienza. Perché la verità è che nessuno di noi può rimanere insensibile di fronte ad un evento del genere.
La ricerca di un capro espiatorio a cui imputare l’accaduto è la “moderna” risposta al tradimento del profondo senso di giustizia che l’uomo sente insito in sé, e che qui vede come ferito al cuore, scosso alle fondamenta. È la domanda che da sempre insorge prepotente nell’uomo di fronte ad avvenimenti così drammatici, e che Severino Boezio ben sintetizzava: “Si Deus, unde Malum?”. Se Dio esiste, perché avviene ancora il Male?
In questo caso, il “Deus” è la stessa società moderna, quello che si crede un sistema perfetto, capace di soddisfare consumisticamente tutti gli istinti e gli appetiti umani.
Perché dunque, si domanda l’uomo moderno, se questa società è così perfetta (perlomeno nelle possibilità garantite di soddisfazione), un ragazzo di vent’anni dovrebbe compiere una strage, arrivando ad uccidere persino dei bambini? È questa la traduzione corrente del dilemma che fu anche agostiniano. La risposta viene trovata in qualcosa (quasi un corpo estraneo) da circoscrivere o da eliminare dalla società “perfetta”.
La domanda poggia però sulla premessa sbagliata: evidentemente ciò che andiamo raccontandoci da vent’anni a questa parte in tutto il mondo (dal crollo del muro di Berlino in avanti) è una menzogna. La nostra non è una società perfetta, perché non si interroga né affronta le esigenze più fondamentali dell’uomo, semplicemente contando che ignorarle e soddisfare invece gli istinti sia sufficiente a raggiungere la felicità.
Allora, quando ci domandiamo che cosa abbia permesso l’esistenza di un Male del genere, non partiamo dallo scandalo che esso ci sia. Perché non abbiamo realizzato né possiamo costruire una società che lo escluda completamente. Esso è insito eternamente nella libertà di ognuno di noi. E forse è questo ciò che più ci fa paura.
(Lorenzo Roesel)