L’Unione Europea ha stabilito che dopo le modifiche del governo Monti, il regolamento sull’Imu sui beni della Chiesa in vigore dal 2013 non viola le norme Ue. Un giudizio opposto quindi al regolamento in vigore dal 2006, anche se recuperare le somme pregresse è impossibile. Andrebbe in questa direzione la decisione di mercoledì con cui la Commissione europea potrebbe chiudere la procedura d’infrazione aperta contro lo Stato italiano. Oggi intanto è stato l’ultimo giorno utile per pagare l’Imu senza ravvedimento oneroso.
L’Imposta Municipale Unica dovrebbe raggiungere un gettito il cui ammontare nella seconda rata è pari a circa 15 miliardi di euro, che sommati ai 9 miliardi della prima rata versata la scorsa primavera arriverebbe a un valore complessivo da 23-24 miliardi di euro. Si superano così i 21 miliardi di euro che erano stati stimati al momento del decreto Salva-Italia. Arpe-Federproprietà, Uppi e Confappi, riunite nel Coordinamento Unitario delle associazioni dei proprietari, fanno intanto sapere che, stando a quanto emerge da uno studio elaborato con Eures, il gettito Imu totale sarebbe pari a 23,4 miliardi di euro e la spesa media per ciascuna famiglia pari a 1.216 euro. Nel 2011 la spesa per famiglia era stata pari a 437 euro, e l’aggravio dei costi è dunque stato di 780 euro. Per chi non lo avesse ancora fatto, nei prossimi giorni sarà possibile versare l’Imu con “ravvedimento oneroso”. La multa per il ritardo è pari allo 0,2% per ciascun giorno di ritardo nelle prime due settimane.
Mentre l’aggravio sarà del 3% dal 15esimo al 30esimo giorno di ritardo. Andrà inoltre sommato il tasso del 2,55 per gli interessi legali per il ritardo. Dal secondo mese in poi il ravvedimento oneroso continuerà a essere possibile ma con multe più pesanti. Per Vittorio Grilli, ministro dell’Economia, se le entrate per la riscossione dell’imposta municipale dovessero superare il gettito previsto in un primo momento, “potrebbe essere salutare per i nostri conti”. Il ministro, a margine di una riunione in Senato, ha aggiunto: “Aspettiamo i dati che avremo solo l’anno prossimo, ora sono solo parziali di cassa”.
Gli aumenti del gettito sono stati incrementati anche in quanto i Comuni, per rispondere al deficit dei loro bilanci, in molti casi hanno aumentato l’aliquota, con quella ordinaria che è salita in media dallo 0,76% allo 0,97%.