Oggi mi ha chiamato un amico dicendomi che il panettone che aveva ordinato non era più fresco come s’aspettava. E meno male che se n’è accorto prima del taglio sulla tavola di Natale. In ogni caso, a casa mia, il panettone arrivava sempre pochi giorni prima di Natale e stava in bella vista sotto l’albero. C’era chi lo metteva sul calorifero prima di tagliarlo, perché così il burro si scioglieva meglio – dicevano – e il panettone risultava ancora più morbido. Io sul calorifero, quando arrivava Natale mettevo le bucce di mandarino, che rendevano l’aria di un odore festoso, memorabile: quello del Natale, appunto, che ricordo talvolta col manto di neve, anche se la neve arrivava quando voleva, e quasi mai il 25 come nei film. Anzi, il fatto che il Natale fosse, come è stato nella maggior parte dei casi, una giornata uggiosa e triste era un contrasto divertente, perché il calore arrivava da altro, dentro una casa, dalla famiglia. Poi un’altra cosa che non mancava mai erano i datteri, che talvolta venivano messi a macerare nella grappa, ultimo sfizio del pranzo della domenica.
Ma tornando al dolce di Natale per antonomasia va detto che di solito i panettoni che durano meno sono quelli artigianali, che non hanno alcun dubbio di conservanti. Io ne conosco uno, che ordino sempre per tempo, in modo da averlo fragrante il giorno della festa. Ma nel caso di un panettone che si avvia al rinsecchimento oppure di un’abbondanza di panettoni ricevuti in regalo, un accorgimento aureo c’è. È nelle ultime pagine del libro per la famiglia Adesso: qui infatti spicca proprio la ricetta del Budino diplomatico di panettone. Una vera leccornia!
Gli ingredienti per 8 persone sono:
• 250-300 g di panettone classico
• 7,5 dl di latte fresco intero
• 30 g di uvetta sultanina
• 100 g di zucchero semolato
• 6 uova
• 1 arancia
• 1 bicchierino di rhum (o di Marsala secco)
Lavate l’uvetta e fatela rinvenire in acqua tiepida. Tagliate il panettone a fette spesse circa 1 cm. Portate a ebollizione il latte con la scorza d’arancia. Sbattete bene le uova con lo zucchero, ma senza renderle schiumose. Unitevi quindi il latte caldo ma non bollente a filo, mentre mescolate. Sistemate un rettangolo di carta da forno sul fondo di uno stampo da plum cake della capacità di 1,5 litri.
Sistemate sopra uno strato di panettone, pennellatelo con il liquore, cospargete qua e là con qualche acino di uvetta poi bagnate con un mestolo di composto a base di latte e uova. Proseguite allo stesso modo fino a esaurire gli ingredienti. Cuocete a bagnomaria in forno preriscaldato a 170°C per circa 50 minuti, finché il dolce avrà assunto la consistenza di un budino. Ritirate il budino dal forno e lasciatelo raffreddare prima di servirlo tagliato a fette. In frigorifero si conserva per 3-4 giorni.
Varianti: se utilizzate il pandoro al posto del panettone, triplicate l’uvetta e cospargete ogni strato anche con un bel pizzico di scorze d’arancia tritate. In altre stagioni, potete sostituire il panettone o il pandoro con fettine di pan di Spagna o con biscotti savoiardi. Il budino diplomatico preparato con i savoiardi andava molto di moda nei ristoranti del Nord Italia negli Anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso.