Una violenta esplosione, avvenuta questa mattina in un’officina nel centro di Castel San Giorgio, in provincia di Salerno, ha causato la morte di una persona e il ferimento di altre tre. Secondo quanto si è appreso fino a questo momento, l’officina era specializzata nella manutenzione di condizionatori e di impianti termici e, in base alle prime ricostruzioni, sembra che un operaio stesse eseguendo una saldatura quando, all’improvviso e per cause ancora da accertare, è esplosa la bombola che alimentava la fiamma ossidrica. A prestare i primi soccorsi sono stati i carabinieri della compagnia di Mercato San Severino, mentre le tre persone rimaste ferite nella deflagrazione sono state immediatamente trasportate all’ospedale di Salerno. L’officina, situata in un locale interrato, subito dopo la violenta esplosione è stata avvolta da un incendio. Per questo motivo, in via precauzionale, le autorità hanno provveduto a far evacuare alcuni stabili adiacenti all’officina. In tutto sarebbero coinvolte una decina di famiglie. Neanche due giorni fa, invece, a Palermo quattro persone sono rimaste uccise dal crollo di due palazzine avvenuto intorno alla mezzanotte in un quartiere del centro storico della città, in via Bagolino. Le palazzine si sono letteralmente sbriciolate all’improvviso, davanti agli occhi dei vigili del fuoco giunti pochi istanti prima dopo essere stati chiamati dagli stessi residenti preoccupati dagli scricchiolii sempre più frequenti. Il crollo sarebbe infatti avvenuto a causa di un cedimento strutturale, anche se ulteriori verifiche sono ancora in corso. Il primo palazzo si sarebbe schiantato sotto il peso di un appartamento abusivo, andando quindi a far perdere il sostegno del secondo, accartocciatosi su se stesso. Sotto le macerie sono rimasti Ignazio Accardi, 84 anni, e la moglie Maria La Mattina, di 80, che al momento del crollo si trovavano sul balcone al secondo piano. Hanno perso la vita anche Elena Trapani, 74 anni, e il nipote Domenico Cinà, di 54, mentre i feriti sono sette.
Si tratta di un’intera famiglia, composta da marito, moglie e la bambina di sette anni, e altre quattro persone, tra cui due bambini, rimaste intossicate dalle polveri prodotte dalle macerie e successivamente medicate per le lievi ferite riportate.