Prima l’annuncio dell’intenzione di voler lasciare l’abito talare, poi la smentita. Don Piero Corsi, il parroco di San Terenzio di Lerici continua a far parlare di sé. A meno di due giorni dall’affissione del cartello che ha sollevato una ridda di polemiche e qualche uscita infelice, è stata diffusa stamane la notizia che Don Corsi avesse intenzione di abbandonare la Chiesa. Poco più di un’ora dopo, invece, è arrivata la smentita: “Smentisco di voler lasciare l’abito talare e di aver inviato alcuna lettera alle agenzie di stampa nella quale comunicavo questa decisione”- e aggiunge- è quanto scritto nel comunicato di questa mattina non l’ho inviato io ed è totalmente inventato”. Anche la Curia afferma di non aver ricevuto alcuna notizia in proposito.La vicenda che, poco meno di quarantotto ore fa ha irritato l’intera popolazione femminile del paesino ligure e non solo, era scoppiata per un volantino che il prete aveva affisso alla bacheca esterna della chiesa. Il foglietto scaricato dal sito Pontifex.it dal titolo “Le donne e il femminicidio, facciano sana autocritica. Quante volte provocano?”, affermava, in sostanza, che se una donna viene aggredita, molestata, stuprata, o uccisa, spesso è perchè se l’è andata a cercare, provocando gli uomini con abiti discinti e comportamenti troppo sopra le righe. Un gesto che ha scatenato la bufera. Don Corsi non era nuovo a provocazioni del genere: il sito de Il Secolo XIX fa sapere che il parroco aveva affisso poco tempo fa nella solita bacheca un altro volantino. Quella volta il bersaglio era l’Islam, sbeffeggiato da alcune vignette satiriche. Anche in quell’occasione, la comunità spezzina si era ribellata e il prete fu costretto a rimuovere il foglio.Ieri il vescovo di La Spezia monsignor Luigi Ernesto Palletti ha avuto un incontro vis à vis con Don Corsi e ha tenuto a sottolineare: “In nessun modo – ha scritto il prelato – può essere messo in diretta correlazione qualunque deprecabile fenomeno di violenza sulle donne con qualsivoglia altra motivazione, ne’ tanto meno tentare di darne una inconsistente giustificazione”. Pare che durante l’incontro si sia parlato di un possibile trasferimento del prete che, proprio ieri, prima dell’incontro con monsignor Palletti ha rilasciato un’intervista a “La Repubblica” in cui ha tentato di giustificare l’affissione del volantino. 



“Non volevo offendere nessuno ma finiamola con questa ipocrisia. Si sa che il maschio e’ violento e la donna non deve provocare – ha detto Don Corsi -. Siete voi che avete strumentalizzato le mie opinioni, ed e’ l’ennesima volta”- e ha aggiunto- “Quando vedo, quando vediamo tutti noi donne o ragazzine in abiti discinti, e’ la dignità delle nostre madri e sorelle che viene maltrattata, umiliata. La verità è che l’uomo, il maschio, è da sempre violento, non sa trattenere l’istinto e quindi se la donna lo provoca lui, o almeno molti, tanti, non si sanno controllare”. Frasi che, forse, hanno peggiorato la situazione. Tanto che stamane il prete ha diffuso via mail una nota in cui si definisce “indegno” dell’abito talare. E fra l’altro, si scusa per aver pesantemente offeso un giornalista del Gr2 e “Spero che la riflessione e la penitenza mi consentano un giorno di riconquistare quella serenità che ho oggi innegabilmente smarrito”, conclude Don Corsi. Intanto, il sito Pontifex in un articolo apparso stamane difende il parroco di San Terenzio e sostiene che “La Chiesa ha bisogno di uomini come lui”.  

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