Mentre mi state leggendo, io sarò a Rivoli, dentro al castello, all’ultimo piano, in quelle cinque sale con il soffitto di legno. In ognuna c’è una sorpresa: 50 produttori di cose buone che rappresentano la massima espressione del gusto in Piemonte che in 25 anni di lavoro ho scoperto palmo a palmo. Cinquanta che sono venuti da ogni parte, un lunedi, per incontrare tutti i ristoratori della GuidaCriticaGolosa, ma anche i consumatori attenti, quelli che sanno che questa è una giornata unica dove trovi il Montebore accanto all’olio di nocciola di Pariani, i cioccolati sommi di Zuccarello e i prodotti irresistibili di Moncalvo, fino a quel panino con l’anatra e l’oca che proporrà il Corsaro. In un altra sala c’è Monica, biondissima sommelier che mesce i 100 vini di questa regione, dal Barolo all’Alta Langa brut. E in un’altra la sala i convegni, dove approderanno centinaia di persone.
Ieri mattina ho preso l’auto dalla mia Alessandria e sono andato a vedere i preparativi, ma non pensavo di scoprire così tante cose belle. E nessuno me le aveva mai dette. Intanto Rivoli è una dei borghi medievali più belli d’Italia, il cui centro storico si percorre solo a piedi. Dal castello dove arrivi con l’auto ti tuffi in giù per una strada stretta che poi apre ad altri dedali di vie, con le loro piazzette e le loro chiese. Bè, quando arrivi giù c’è un sistema di scale mobili (sono 4) che ti riporta subito su, al castello, da cui vedi un panorama bellissimo, con le montagne innevate. Qui ci sono tanti negozietti, bar, e tanto verde che la domenica aveva un via vai di gente che correva, passeggiava, si godeva quel sole d’inverno (anche se mancano 20 giorni, ma la temperatura c’è) che oggi sarà ancora più intenso.
Nella piazzetta di sotto c’è un ristorantino raccolto, la Locanda del Lupo dove la signora, originaria del Monferrato, fa degli agnolotti fantastici. Domani sera accoglierà i visitatori di Golosaria e con la sua selezione di vini li farà senz’altro felici. Proprio di fianco c’è la sequenza di scale mobili che dicevo per cui sali di fronte al Combal Zero, il locale sontuoso di Davide Scabin che domani farà vedere cos’è per lui il bistrot per un giorno (ma sigh: mercoledi scorso era già tutto esaurito, per 2400 prenotati). Qui a Rivoli, o meglio in frazione Bruere, i fratelli Scaglia che conobbi quando erano nel movimento giovanile della Coldiretti hanno prodotto il massimo della filiera corta: dall’allevamento dei bovini di razza piemontese all’hamburger che è il simbolo del loro M** Bun, il locale che ha fatto il giro del mondo perché sembrava la parodia di una notissima catena. In realtà “mac bun”, vuol dire “solo buono” in piemontese e tutti i prodotti vengono presentati in stretto dialetto (che poi è una lingua). Anche il panino con il capunet, ovvero la carne avvolta nella verza, omaggio alla stagione, ha questa presentazione. Bè, anche M** Bun sarà aperto domani sera.



Quando sono tornato a casa, verso l’ora di pranzo, ho pensato che se in Francia avessero un borgo come Rivoli farebbero faville; in Piemonte, a momenti, non si sa neppure cosa sia e la vicinanza con Torino che quasi ha inglobato la città, sembra aver fatto ombra a Rivoli. Eppure questo castello è bellissimo, è sontuoso, è da vivere. Oggi sarà per noi una giornata speciale. Spero che chi mi sta leggendo si fidi ancora una volta di me: ovunque sia molli tutto, prenda l’auto e venga vedere cos’è l’irrinunciabile qualità della vita… in Piemonte.

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