Il giuramento degli scout è discriminazione religiosa. È quanto lamentano alcune associazioni atee inglesi che hanno chiesto ai responsabili della famosa organizzazione giovanile di cambiare il giuramento che, sin dai tempi della fondazione, avvenuta nel 1907, si esprime così: “Sul mio onore prometto di fare del mio meglio per fare il mio dovere verso Dio e verso il re, per aiutare gli altri in ogni momento, per ubbidire alla legge scout”. Citando il caso di un ragazzino di 11 anni che si è rifiutato di fare questo giuramento perché ateo, si chiede ora di togliere l’espressione “Dio”. La discussione in realtà esiste da tempo, e per i responsabili del movimento scout inglese è impensabile cambiare il giuramento, perché quella degli scout “è una organizzazione religiosa”. Ilsussidiario.net ha chiesto a Massimo Introvigne cosa significa scoutismo oggi: “Sembra il solito attacco allo spirito religioso, a questo punto dovrebbero chiedere di togliere anche la croce di Sant’Andrea dalla bandiera inglese o la croce greca da quella svizzera”. Per Introvigne, il fondatore degli scout Baden Powell aveva bene in mente i valori del cristianesimo quando fondò il suo movimento, che poi nei decenni si è diviso in tanti gruppi diversi anche di ispirazione politica differente: “Non si può certo cambiare la storia dello scoutismo che non è certo atea, ma religiosa”.



Togliere Dio dal giuramento allo scoutismo secondo lei ha un senso?

Baden Powell disse, a un certo punto della sua vita, che l’incontro dello scoutismo con la fede cattolica è stato provvidenziale per il movimento stesso. Questo perché mentre molte comunità protestanti erano sospettose verso lo scoutismo, che in effetti ebbe anche versioni da culto della natura di tipo pagano, la Chiesa lo abbracciò e i gruppi più grossi diventarono ben presto i gruppi cattolici. Tutt’oggi il contingente più grande in molti paesi è quello cattolico, anche se ci sono orientamenti politici vari: Matteo Renzi è un prodotto tipico di certo scoutismo.



Dunque parlare di discriminazione religiosa nello scoutismo è fuorviante…

Sembra la solita sciocchezza, nel senso che a questo punto bisognerebbe anche togliere la croce di Sant’Andrea dalla bandiera inglese o la croce greca da quella svizzera. È evidente che la storia dello scoutismo non è una storia atea ma una storia religiosa. Ebbe anche versioni della religiosità di tipo naturalistico ma non era la visione di Baden Powell, che da protestante era persona dialogica nei confronti dei cattolici. Siccome c’è libertà di associazione, nulla vieta agli atei di fare associazioni diverse di scout. Lo scoutismo nasce non come organizzazione confessionale ma come associazione che ha in sé un afflato religioso: i doveri degli scout sono servire Dio e gli altri.



Potrebbe esistere veramente un’associazione di scout atei?

Ai tempi di don Camillo, i comunisti, affascinati proprio dagli scout, fondarono i Pionieri. Prima ancora il fascismo aveva creato i Balilla. Nulla vieta agli atei di rifare, a seconda dei gusti politici, i Pionieri o i Balilla.

Dunque lo scoutismo originale è uno solo, quello di Baden Powell.

Quando ci fu il centenario della nascita del movimento, Benedetto XVI intervenne con una lettera, del 22 giugno 2007, al presidente della Conferenza episcopale francese. Nella lettera il Papa ricordò il primo campo scout e chi era Baden Powell e come appunto servire Dio e servire gli uomini fossero per lui cose inscindibili. Se lo scoutismo lo si vuole fare come lo ha fatto Baden Powell, non si può fare a meno dello spirito religioso.

Come mai secondo lei lo scoutismo ha trovato il favore dei cattolici?

Ce lo dice il Papa nella lettera che ho citato prima. La Chiesa ha trovato un’assonanza tra la formazione della persona umana proposta da Baden Powell con quella dei tempi di San Filippo Neri, cioè gli oratori, dove si mette insieme il gioco, l’azione e anche l’idea del servizio agli altri, sia pure questo sia inserito, per il fondatore dello scoutismo, in un contesto interconfessionale e protestante di preghiera. La Chiesa ha abbracciato lo scoutismo anche se ha preso strade diverse. 

Quali?

Prendiamo la Francia, dove c’è il più alto numero di scout, circa 82mila scout. Qui non si sono declinati come un movimento interconfessionale, ma ci sono diversi movimenti: uno di origine cattolica, uno protestante, uno ebraico, uno musulmano e anche uno laico per che non vuole professare alcuna religione, forse quello di componente anche più massonica. È interessante che non c’è ne sia uno solo, ma ognuno declina la religiosità di Baden Powell a modo suo.

Lo scoutismo in Italia è tradizionalmente legato a una visione politica che potremmo definire di sinistra, come mai?

All’interno del mondo cattolico ci sono stati dei problemi che in realtà sono precedenti al Concilio Vaticano II, risalgono infatti alla fine degli anni 50 quando in Francia, prima che in Italia, la componente cattolica fece una scelta politicamente a sinistra. Questo fece nascere una serie di branche separate, di cui la più grande è quella degli Scout d’Europa. Dal 2003 sono riconosciuti anche loro dal Pontifico consiglio dei laici insieme a guide e scout cattolici, di cui l’espressione italiana è l’Agesci.

La Chiesa non ha avuto difficoltà ad ammettere le intepretazioni più progressiste del movimento?

Diciamo che la Santa Sede ha preso atto che ormai di scout cattolici ne esistono due raggruppamenti, divisi da una opzione politica diversa. I tradizionali, cioè l’Agesci, hanno fatto una scelta di sinistra che ha portato molti che non la condividono a formare gli Scout d’Europa. Tutti e due sono riconosciuti su scala internazionale e hanno anche il riconoscimento vaticano. Questo è un segno dei tempi, non si può dire sia un problema post conciliare. Si può dire che in Italia la politica ha diviso invece che unire. Tutta questa divisione ha avuto origine nella politica, però la Chiesa cattolica è inclusiva e tende a far spazio a sensibilità diverse.