La morte in mezzo ai bambini. Fortunatamente nessuno dei bimbi che frequentano una scuola materna a Scampia, quartiere napoletano noto per la cruenta faida tra appartenenti alla camorra, ha visto cosa è successo. Un killer della camorra ha freddato un uomo di 50 anni, Luigi Lucenti, che si stava recando a prendere il figlio nell’edificio scolastico sito in via Fratelli Cervi. Si è trattato dell’ennesimo omicidio nella faida che contrappone clan rivali camorristici: infatti l’uomo assassinato appartiene anche lui all’ambiente criminoso. La cosa sconvolgente è che gli assassini, giunti sul posto in moto, lo hanno inseguito fin dentro il cortile della scuola materna, incuranti di essere visti (si era in pieno giorno) ma incuranti anche che qualche bambino potesse finire in mezzo ai colpi delle loro pistole. L’uomo evidentemente pensava di poter trovare rifugio proprio nella scuola, pensando che i killer non lo inseguissero fino là dentro. Un fatto che la dice lunga del livello sanguinario che ha raggiunto la guerra criminale in questo quartiere martoriato da anni di guerra fra camorristi. I bambini erano intenti a fare le prove dei canti per la festa di Natale: un particolare che rende ancora più agghiacciante l’ambientazione del fatto. Fortunatamente non hanno sentito i colpi di pistola e poi sono stati fatti uscire da una porta secondaria in modo che non vedessero il cadavere e lo spiegamento di polizia giunto sul posto. “Stavamo preparando la recita di Natale cantando tutti insieme le canzoni. No, gli spari non li abbiamo sentiti e per fortuna i nostri bimbi non si sono accorti di nulla” ha detto una delle insegnanti. Nella scuola bambini di età compresa fra i 3 e i 5 anni. Ma chi è l’uomo assassinato? Si tratta di una persona con precedenti per associazione a delinquere e spaccio di droga. Si sta cercando di capire se fosse stato legato a qualche clan e a quel di essi. Proprio pochi gironi fa un altro omicidio tra camorristi: uno scissionista era stato ucciso lungo la strada che porta a Melito. Scampia, quartiere eretto tra gli anni 70 e i 90, è il regno della criminalità organizzata grazie anche al tasso di disoccupazione considerato il più alto di Napoli e uno dei più alti d’Italia.
Ad aggiungere disagio sociale al quartire, la presenza di due campi rom con quasi duemila persone che ci vivono.