PADOVA – PROCESSO CORSI UE – Si è svolta oggi a Padova la quinta udienza del processo sui Corsi Ue che vede sul banco degli imputati l’imprenditore Graziano Debellini e alcune società legate alla Compagnia delle Opere.
Secondo l’accusa sarebbero stati organizzati dei “corsi truffa” con fondi dell’Unione Europea e sarebbe stata gonfiata la rendicontazione delle spese sostenute.
Debellini è coinvolto nel processo in quanto Presidente, all’epoca dei fatti contestati, nel 2001, del CdA dell’Istituto Scolastico “Romano Bruni” e per alcune presunte irregolarità di rendicontazione, per una somma totale di circa 8.000 euro più Iva. La Regione Veneto, attraverso la testimonianza di due funzionari, sentiti come Testi, ha comunque dichiarato che i corsi si sono svolti regolarmente.



Il Giudice Monocratico De Nardus ha dato innanzitutto lettura dell’Ordinanza con cui ha estromesso completamente dal processo la Cooperativa Dieffe. Con la stessa Ordinanza sono state poi rigettate altre eccezioni procedurali e si è quindi aperta la fase dibattimentale.
In merito all’ordine delle discussioni, il Giudice De Nardus ha accolto la richiesta avanzata dagli Avvocati della Difesa di chiarire prima il profilo tecnico della materia e di sentire subito i consulenti tecnici al fine di inquadrare il contesto normativo dei costi indiretti e delle deleghe, problematica su cui si svilupperà l’intero processo.



A quel punto, sono stati interrogati dal Pubblico Ministero Vartan Giacomelli e dai difensori due funzionari della Regione Veneto, già invitati a comparire oggi come Testi, in merito al funzionamento dei bandi del Fondo Sociale Europeo, alle modalità di erogazione dei contributi, alla rendicontazione, ai meccanismi e agli strumenti di controllo.
Entrambi i Testi hanno confermato che i corsi organizzati dalla Dieffe sono stati regolarmente svolti e che hanno verificato di persona l’esistenza di aule, attrezzature didattiche, docenti e soprattutto allievi.

La prossima udienza è fissata per il primo giorno di Marzo, quando saranno ascoltati gli Ufficiali della Guardia di Finanza. Poi la parola passerà ai tecnici.



«Nessuno ha mai contestato che i corsi siano stati fatti – aveva già avuto modo di spiegare l’Avvocato Bertolissi nella quarta udienza -. Stiamo parlando di corsi regolarmente svolti, di docenti, di aule, di gente che ha trovato lavoro, di corsi portati a buon fine, di follow up egregi e completi che la Regione Veneto ha sempre controllato». Un punto chiave che l’accusa aveva già dovuto confermare. Non si tratta perciò di “corsi fantasma”, anche perché, come ha dichiarato il pm Vartan Giacomelli nella sua replica durante la scorsa udienza, la Cooperativa Dieffe è una «realtà a tutti nota sul territorio per il lavoro che svolge».