L’organizzazione Invisible Children risponde attraverso un secondo video alle polemiche scatenate dopo la pubblicazione del documentario sul generale Joseph Kony, leader del Lord Resistance Army, l’esercito dei ribelli ugandesi. Il primo video, una campagna di sensibilizzazione che ha raggiunto questa mattina circa 70 milioni di visualizzazioni, è stato criticato per diversi motivi: la Invisible Children avrebbe dimostrato una visione troppo semplicistica del conflitto in Uganda e per molti avrebbe più interesse a spendere le proprie risorse in spot fuorvianti che direttamente sul campo. Ecco allora la risposta dell’organizzazione, attraverso le parole del Ceo Ben Keesey, che in un secondo video di circa otto minuti e mezzo decide di rispondere alle critiche sollevate negli ultimi giorni. Keesey fa innanzitutto notare che l’associazione Invisible Children non nasce insieme al video, ma presenta alle spalle un lavoro di tanti anni. Inoltre, spiega tutti i dati sono visibili sul sito internet dell’organizzazione, facendo quindi notare la trasparenza di ogni azione: «Non c’è niente da nascondere. Invisible Children è trasparente dal 2004, quando abbiamo iniziato», ha detto lo stesso Keesey in una intervista rilasciata recentemente alla Cnn. «Abbiamo fatto del nostro meglio per essere il più esaurienti e trasparenti possibile», ha detto, e «non abbiamo mai sostenuto il desiderio di salvare l’Africa, ma piuttosto quello di ispirare i giovani occidentali a “fare” più che guardare». Certamente molti utenti hanno scoperto l’organizzazione Invisible Children solo attraverso il video di denuncia contro le violenze perpetuate dal generale Joseph Kony. Il problema è che chi ha voluto informarsi di più sull’attività dell’associazione, non ha potuto accedere al sito internet perché intasato dalle troppe visite. Keesey prosegue la sua spiegazione, e sottolinea riguardo alle spese come l’80% delle risorse dell’organizzazione vada poi investito sempre direttamente sul campo. Inoltre, riguardo la situazione in Uganda, il Ceo di Invisible Children spiega di essere perfettamente a conoscenza di tutti gli aspetti della difficile situazione, ma afferma che tutti sono comunque convinti che ci sia una primaria necessità: fermare al più presto il generale Joseph Kony. Nella pagina seguente sarà possibile vedere il video di risposta di Ben Keesey, Ceo di Invisible Children.    



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