Oggi la Chiesa cattolica festeggia S. Luisa di Marillac. Nacque nel 1591 da una famiglia nobile originaria dell’Alvernia, una regione della Francia centro meridionale. A darle il suo nome fu Luigi I di Marillac che la riconobbe come sua figlia naturale probabilmente per coprire uno scandalo che vedeva coinvolto uno dei suoi figli.
Poco dopo la nascita della piccola Luisa fu lui ad affidarla al monastero di San Luigi di Poissy dove le suore le insegnarono a leggere, scrivere e a conoscere le sacre scritture.
Da giovane, la ragazza fu mandata a Parigi, dove frequentò il monastero delle suore cappuccine chiamate “Figlie della Croce” e qui maturò la convinzione di prendere i voti per dedicarsi allo studio e alla contemplazione di Dio.
Il suo tutore però, in considerazione della salute fragile di Luisa e anche del vantaggio che il matrimonio della giovane avrebbe potuto portargli, le consigliò di non farsi suora cappuccina, ma di attendere e scoprire quali fossero i piani che il Signore aveva in serbo per lei.
I disegni del Signore si manifestarono poco dopo quando, fu proprio il suo tutore Michele di Marillac a farle sposare Antoine Le Gras, segretario della regina Maria de’ Medici, nel 1613.
Il marito si ammalò gravemente dopo pochi anni di matrimonio e la devota moglie Luisa, che per lui aveva messo da parte la sua vocazione, lo vegliò fino alla fine dei suoi giorni, nel 1625, quando Antoine Le Gras morì a causa dell’aggravarsi della tubercolosi, lasciando Luisa e il loro piccolo figlio in difficoltà economica.
È proprio di quel periodo, durante gli anni della malattia del marito, l’incontro di Luisa con Vincenzo de Paoli, sacerdote, fondatore di numerosi ordini religiosi, tra cui i più importanti furono quello detto dei “Lazzaristi” e quello delle “Figlie della Carita”. Anch’egli fu proclamato santo nel 1737. L’incontro con questo uomo esemplare cambiò per sempre il corso della vita di Luisa.
Furono proprio l’insegnamento e l’esempio di Vincenzo de Paoli che indirizzarono Luisa verso la carità e il lavoro a favore degli sfortunati, dei poveri e dei malati.
Il futuro santo infatti, riconoscendo in lei le doti necessarie, la incaricò di prestare i suoi pii offici presso le dame della Carità. Queste dame erano donne appartenenti ai ceti medio alti della società, quindi sia alla nobiltà che alla borghesia, che si impegnavano con il loro tempo e il loro denaro a favore dei poveri dei malati e dei bisognosi, portando contemporaneamente a costoro oltre che un aiuto materiale anche il conforto della fede.
Luisa si rivelò molto attenta, brava e capace ad organizzare queste donne, a rinvigorire la loro fede e le loro azioni, a controllare la gestione economica dell’opera e ad indirizzarla verso incarichi sempre più importanti nell’aiuto, la cura e l’assistenza di poveri e malati. Intanto Vincenzo de Paoli, girava per le missioni della Francia e mandava a Luisa alcune giovani donne e suore da formare ed avviare all’esercizio della carità organizzata. Furono questi i faticosi inizi della Compagnia delle Figlie della Carità, donne religiose o laiche che insieme, per le strade delle città, svolgevano un’incessante e indispensabile opera di assistenza morale e materiale ai poveri e ai malati: l’accoglienza dei bambini rimasti orfani a causa di guerre e epidemie, la cura dei malati sia negli ospedali che a domicilio, l’istruzione delle bambine povere. Fu la stessa Luisa di Maurillac che fondò con le sue sole forze molte altre comunità, non solo a Parigi ma in tutta la Francia, fino a spingersi alle porte della Polonia. Prima della sua fine le comunità erano già più di trenta.
La vita di fatica e di stenti che Luisa condusse, tutta dedicata all’incessante azione di coordinamento delle sue comunità, all’assistenza ai bisognosi e agli ultimi della società la portò ad una morte prematura, che avvenne il 15 marzo 1660. È stata proclamata santa da Papa Pio XI nel 1934. Sono a tutt’oggi 21.000 le Figlie della Carità, dette anche suore di San Vincenzo de Paoli, che operano in tutto il mondo.