Oggi la Chiesa cattolica celebra Maria de los Angeles Guerrero y González. Nata a Siviglia il 30 gennaio 1846, la sua famiglia era di modeste condizioni ma ricca di valori cristiani. Il suoi genitori Francesco Guerrero e Giuseppina González erano un cuoco e una lavandaia; ebbero quattordici figli, ma Angelina, come era chiamata da tutti Maria, ne conobbe solamente cinque. Tutti gli altri, infatti, morirono in tenera età. Fu educata, dunque cristianamente. A soli 25 anni, si votò, con un atto privato, al Signore, promettendo di vivere secondo i precetti evangelici. La sua vocazione era ben presente già in tenera età. Quando dovette abbandonare la scuola per lavorare in una fabbrica di calzature, non disperò, ma prese a impegnarsi maggiormente nella preghiera e nella mortificazione cristiana. Nel corso delle sue orazioni, ebbe una visione: vide Cristo in croce e, accanto a Lui, un’altra Croce, vuota. Capì che era la sua e che la visione le suggeriva di immolarsi per la gloria di Dio. Quando decise di entrare in convento, nell’ordine delle Carmelitane Scalze, fu spinta dal suo direttore spirituale a propendere per le suore della Carità. Così fece. Ma la sua salute era cagionevole e, ben presto, fu costretta a lasciare l’ordine.



Tornò, quindi, in famiglia. Il suo direttore spirituale, tuttavia, era convinto che il suo particolare carisma le avrebbe permesso di fondare un ordine nuovo, fondato sulle sue inclinazioni e le suggerì di annotare in un diario le norme di una nuova regola monastica. Diede così vita, nel 1875, a Siviglia, alla Congregazione delle “Sorelle della Compagnia della Croce”. La loro missione consisteva nell’occuparsi degli infermi al motto “Farsi povero con il povero per portarlo a Cristo” . Il Vaticano approvò la congregazione nel 1904. Maria prese il nome di Angela de la Cruz, divenne religiosa e iniziò a ispirare nelle altre suore un profondo senso di carità evangelica, tanto che fu soprannominata “madre dei poveri”. Per tutta la vita mantenne un atteggiamento di sincera umiltà e, così come da piccola, continuò a operare in uno spirito di mortificazione. Morì, infine, il 2 marzo 1932, a 86 anni, nella sua città natale.



Papa Giovanni Paolo II, nel corso del suo primo pellegrinaggio in Spagna, la beatificò il 5 novembre 1982, a Siviglia. 20 anni dopo, nel corso del suo quinto viaggio, la canonizzò, il 4 maggio 2003, a Madrid. 

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