E’ mistero sulla sorte di un padre, un disoccupato di 23 anni, e il figlio di soli 3 anni. Di loro infatti non si sa più nulla da quando sono usciti di casa dicendo ai nonni che andavano a fare un passeggiata. E’ successo nel paese di Valle Castellana tra Abruzzo e Molise: si sospetta un atto estremo. La ragione è che il tribunale aveva deciso di affidare il bambino alla madre, una ragazza greca che da poco è tornata al suo Paese. L’uomo non aveva accolto bene la notizia, anzi, e adesso si pensa abbia voluto sottrarre il piccolo e anche compiere un gesto estremo, come l’uccisione del figlio e il suicidio. Un caso che non sarebbe certo una novità, visto il ripetersi di casi analoghi, basti pensare alla terribile tragedia delle due gemellino svizzere sottratte dal padre e sparite nel nulla dopo il suo suicidio. Come detto, il tribunale di Ancona in una sua sentenza aveva deciso di accogliere la richiesta della madre di affidamento del bambino. Sono in atto le ricerche, dopo che la Procura di Ascoli Piceno ha definito sottrazione di minore quanto accaduto: le forze dell’ordine sono impegnate in ricerche nel territorio al confine tra le province di Ascoli e Teramo. Purtroppo non ci sono state fino ad adesso segnalazioni né testimonianze in grado di indirizzare le ricerche. Come detto il giovane aveva accolto assai male la decisione del tribunale. Lo dice il sindaco del paese dove viveva con il figlio: si era confidato con lui, spiegando che al bambino che viveva con lui e i nonni paterni non mancava nulla, andava regolarmente all’asilo: “Non riusciva a credere che queste cose non venissero prese in considerazione. Così mi aveva chiesto di scrivere una relazione sulla sua situazione, in modo da poter suffragare con ulteriori elementi la propria tesi” aggiunge il sindaco.La relazione richiesta dal giovane era stata fatta e prontamente consegnata, ma proprio in quelle ore il ragazzo era scomparso insieme al figlio. Da allora, più nessuna notizia. Se le autorità temono il gesto estremo, la speranza è che i due siano nascosti presso qualche conoscente o si siano recati lontani dal paese d’origine, anche se visto il suo stato di disoccupazione è difficile credere avesse con se le risorse finanziarie per poter fare ciò. La speranza è un gesto dimostrativo da parte sua.  



Chi lo conosce lo definisce un bravo ragazzo che aveva sempre lavorato almeno fino all’insorgere della crisi che lo aveva costretto a lavori saltuari.

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