Il 21 marzo, primo giorno di primavera, è la ricorrenza di San Nicola di Flue, proclamato patrono della Svizzera da Papa Pio XII; i festeggiamenti, però, si tengono il 25 settembre. San Nicola, noto anche col nome di Bruder Klaus, ossia fratello Klaus, nacque da contadini poveri a Fliieli, vicino Sachseln, nel cantone di Obwalden. Divenne capitano dell’esercito svizzero già a 23 anni, collezionando molte decorazioni. Fu il podestà di Sachse, poi consigliere, ma soprattutto giudice, carica che esercitò per nove anni in maniera eccellente. Nel 1445 sposò Dorothea Wyss, da cui ebbe dieci figli: cinque maschi e cinque femmine, di cui uno divenne parroco. Fin da bambino ebbe delle visioni celesti, che lo accompagnarono per tutta la vita. Tra tutte, la “visione della torre”. Tramite alcuni conoscenti, conobbe gli “amici di Dio”, i cosiddetti Gottesfreunde, movimento religioso alsaziano. Quandò Nicola aveva 50 anni, la moglie finalmente si rassegnò e il futuro patrono di Svizzera potè realizzare il suo progetto di solitudine: si ritirò a Ranft, dove visse da eremita. Qui si dedicò non solo alla cura della propria anima, ma soprattutto a quelle dei pellegrini; inoltre, Nicola era solito mediare tra i dignitari dei cantoni svizzeri che si recavano, in soccorso, presso l’eremo. Per 19 anni e mezzo si nutrì esclusivamente con l’Eucaristia, che riceveva regolarmente una volta al mese. Le sue preghiere e i suoi interventi di pace scongiurarono il pericolo di una minaccia austriaca e di due guerre civili; per questi motivi, Bruder Klaus venne chiamato il “Padre della Patria”. I suoi vicini, dopo aver appurato per un mese intero la sua testimonianza di digiuno, solitudine e preghiera, edificarono per lui una cappella e un eremitaggio, che vennero consacrati nel 1469. Tuttora sono numerosi i pellegrinaggi alla tomba di San Nicola di Flue. Bruder Klaus morì il il 21 marzo 1487. Nel 1501 Enrico Wólflin stilò una biografia del santo in base ai fatti appurati con giuramento dai testimoni auricolari ed oculari. San Nicola venne beatificato nel 1669 e santificato nel 1947 da Pio XII.Fratello Klaus ci ha insegnato che la misericordia vale più della giustizia e che la saggezza, tra i beni, è il più amabile dei doni. Il suo trofeo da non distruggere mai era la pace, proprio perchè Dio stesso è pace. Per tal motivo incoraggiava i suoi connazionali a conservarla. Il titolo di Padre della Patria gli venne riconosciuto anche dai protestanti.Un visitatore un giorno gli chiese come si fa a meditare sulla Passione; San Nicola rispose che la strada giusta è la preghiera e questa può essere dolce come una danza o pesante come una lotta: dipende da quale via si sceglie.Il giubileo di San Nicola viene festeggiato a Sachsen dal 1787. La tomba del santo è stata aperta nel 1518, nel 1600, nel 1625, nel 1654, nel 1679 e nel 1732. La Chiesa espresse il consenso all’adorazione dopo varie titubanze. E,’ però, specialmente dall’epoca della seconda guerra mondiale in poi, che ogni anno, una notevole quantità di pellegrini tedeschi e svizzeri, si recano presso la tomba di San Nicola. L’essere stato riconosciuto quale messaggero di pace, sia dai protestanti, che dai cattolici, ha reso la notorietà e la santità di Bruder Klaus ancora più grandi. Nel 1927 venne fondata la Lega S. Nicola di Flue e nel 1976 fu costruito un museo a Sachsen; tutto ciò incoraggiò maggiormente i pellegrinaggi. Una frase di San Nicola, che voleva essere un consiglio in politica, è entrata nella tradizione della politica estera svizzera: la raccomandazione, di Bruder Klaus, di non allargare troppo i confini. La Svizzera ne ha fatto tesoro, utilizzandola perfino durante la riunione per votare l’adesione alle Nazioni Unite.Il 21 marzo si festeggia anche San Giustiniano da Vercelli, vescovo che successe ad Eusebio dal 435 al 452. Egli adempì al suo mandato con onestà e impegno, facendosi amare dai chierici, di cui fu guida spirituale, come se fosse il loro padre. La sua vita fu contemplativa e quasi certamenti morì prima che gli Unni seminassero morte e distruzione, invadendo Vercelli e altre città. Infatti, dalla sua lapide si evince che varcò la soglia del cielo in modo festoso e non violento.
La tomba del santo è stata aperta nel 1518, nel 1600, nel 1625, nel 1654, nel 1679 e nel 1732. La Chiesa espresse il consenso all’adorazione dopo varie titubanze. E,’ però, specialmente dall’epoca della seconda guerra mondiale in poi, che ogni anno, una notevole quantità di pellegrini tedeschi e svizzeri, si recano presso la tomba di San Nicola. L’essere stato riconosciuto quale messaggero di pace, sia dai protestanti, che dai cattolici, ha reso la notorietà e la santità di Bruder Klaus ancora più grandi. Nel 1927 venne fondata la Lega S. Nicola di Flue e nel 1976 fu costruito un museo a Sachsen; tutto ciò incoraggiò maggiormente i pellegrinaggi. Una frase di San Nicola, che voleva essere un consiglio in politica, è entrata nella tradizione della politica estera svizzera: la raccomandazione, di Bruder Klaus, di non allargare troppo i confini. La Svizzera ne ha fatto tesoro, utilizzandola perfino durante la riunione per votare l’adesione alle Nazioni Unite.Il 21 marzo si festeggia anche San Giustiniano da Vercelli, vescovo che successe ad Eusebio dal 435 al 452. Egli adempì al suo mandato con onestà e impegno, facendosi amare dai chierici, di cui fu guida spirituale, come se fosse il loro padre. La sua vita fu contemplativa e quasi certamenti morì prima che gli Unni seminassero morte e distruzione, invadendo Vercelli e altre città. Infatti, dalla sua lapide si evince che varcò la soglia del cielo in modo festoso e non violento.