Papa Benedetto XVI è partito stamane per il suo viaggio che lo porterà in Messico e a Cuba. Si tratta del suo 23esimo viaggio apostolico. A salutare il Pontefice in partenza dall’aeroporto di Fiumicino anche il capo del Governo Mario Monti: il Papa è apparso per la prima volta in pubblico con un bastone, usato per appoggiarsi. Secondo i suoi collaboratori, è da un paio di mesi che Benedetto usa il bastone in privato, il motivo è stato spiegato con il fatto che così si sente più sicuro a muoversi. Ricordiamo che il Papa ha da poco compiuto 85 anni. Prima di partire, ha rilasciato un discorso di saluto toccando vari punti. Tra questi, la Chiesa, definita non un potere politico né un partito. E’ invece, ha spiegato, una realtà e un potere morale. Ma anche la politica deve essere considerata realtà morale ed è questo il punto di contatto fra Chiesa e politica. ” Il primo compito è educare le coscienze sia nell’etica individuale, sia nell’etica pubblica” ha detto. Educare alla coscienza morale, smascherare l’idolatria del denaro che schiavizza gli uomini, smascherare il male e le false promesse. E anche la truffa che si nasconde dietro alla droga, ha detto probabilmente riferendosi alla gravissima realtà del Messico, Paese dove è in corso da anni una sanguinaria lotta tra i cartelli della droga e le autorità con migliaia di morti. Ha poi spiegato il contenuto del viaggio stesso che, ha detto, ripete il cammino del suo predecessore Giovanni Paolo II: ha infatti ricordato il viaggio di Giovanni Paolo a Cuba di 14 anni prima, un evento storico, la prima visita di un Pontefice nel Paese marxista. “Mi sento in assoluta continuità con le parole di Giovanni Paolo II che sono ancora attualissime. Hanno inaugurato una strada di collaborazione costruttiva, una strada che è lunga, esige pazienza, ma va avanti”. E a proposito di marxismo, ha detto come esso oggi non risponda più alla realtà: “Oggi è un tempo in cui l’ideologia marxista, come concepita, non risponde più alla realtà e se non si può costruire un tipo di società occorre trovare nuove modelli, con pazienza, in modo costruttivo. E in questo processo, che esige pazienza ma anche decisione, vogliamo aiutare in uno spirito di dialogo, per evitare traumi e per contribuire ad andare verso una società giusta come la desideriamo per tutto il mondo”. In questo senso la Chiesa a Cuba vuole aiutare in spirito di dialogo perché la Chiesa sta sempre dalla parte della libertà: “È ovvio che la Chiesa sta sempre dalla parte della libertà, libertà di coscienza, libertà di religione”.
Ha poi parlato della drammatica situazione messicana, dicendo che bisogna fare il possibile contro questo male che distrugge l’umanità e i nostri giovani. La prima cosa da fare è annunciare Dio: la Chiesa smaschera il male rendendo presente la bontà di Dio e la sua verità.