Dopo il “Giardino degli Angeli” che sarà realizzato a Roma per volontà della Giunta Alemanno, anche Firenze si appresta a destinare nel cimitero di Trespiano un’area specifica nella quale poter seppellire i feti dei bambini mai nati.

Nel Regolamento di polizia mortuaria del Comune di Firenze – che sarà presto sottoposto al voto del Consiglio Comunale – si esplicita l’intenzione da parte dell’amministrazione di individuare un’area destinata al ricevimento di feti che non siano stati dichiarati come nati morti, di prodotti abortivi e di prodotti del concepimento (art. 26 comma 7).



Immediatamente è scoppiata la polemica, fomentata dalla sinistra più radicale e da alcuni esponenti di spicco del Pd che si trova quindi spaccato su questa delibera di giunta: ”Una vergogna per Firenze”, “Un provvedimento apripista contro la legge 194”, “Un’offesa alla dignità delle donne”, queste le accuse principali mosse nei confronti dell’assessore Stefania Saccardi, responsabile del Regolamento.



La cosa curiosa e paradossale è che la giunta comunale di Firenze, così come quella di Roma, non si è inventata nulla di nuovo, ma ha solo accolto e dato attuazione alle disposizioni normative che già sono in vigore da altre 20 anni. Il Decreto del Presidente della Repubblica n. 285 del 1990 già prevede di poter dare sepoltura non solo ai feti con età tra le 20 e 28 settimane, ma anche, su specifica richiesta dei genitori, a “prodotti del concepimento di presunta età inferiore alle 20 settimane”.

Quanto previsto dal nuovo Regolamento è quindi legittimo e sacrosanto perché permette di dare piena attuazione alla normativa, permettendo così – a chi vuole – di poter esercitare un diritto, e quindi una scelta, in più.



Cosa c’è di male in questo? Quale attacco, quale offesa viene fatta alla donna e alla sua dignità? Chi veramente si offende avanzando certe accuse, è la libertà e l’intelligenza delle persone: la normativa e il nuovo regolamento di polizia mortuaria, non obbligano nessuno ad optare per tale scelta, ma offrono solamente una opportunità in più: si permette cioè di allargare il campo della libertà delle persone.

Ancora una volta su vicende così decisive, la sinistra massimalista dimostra di temere la libertà più di ogni altra cosa. Ed a questa si contrappone una ideologia e una demagogia che deve difendere, ultimamente, la convinzione che un feto non è già una vita; che un “prodotto del concepimento” non ha già, nella sua potenziale esistenza, la consistenza di un essere umano.

Il buon senso e la ragionevolezza delle cose non possono fermarsi. Quel che è innanzitutto in gioco con questo provvedimento è la difesa di un diritto: è l’esercizio di una libertà, che evidentemente, se esercitata, rischia di mettere in crisi le convinzioni ideologiche di qualcuno.

A Firenze si è accesa una polemica assurda, che rischia di strumentalizzare anche il drammatico dolore di chi si trova a vivere un’interruzione di gravidanza causata da complicanze naturali. Si rischia di andar contro non solo alla libertà dei genitori, ma anche di dimenticare, ancora una volta, il soggetto – la persona – più debole e indifesa di tutta la questione, che evidentemente, per qualcuno, non solo non ha il diritto di vivere ma nemmeno quello di riposare in pace.

 

(Emanuele Roselli, consigliere comunale Pdl, Firenze)