«Riguardo la tragedia avvenuta a Barletta, le indagini attualmente in corso dovranno stabilire precisamente quali siano state le cause che hanno portato alla morte della donna, cosa abbia realmente ingerito e per quali motivi. Occorre però fare un discorso più generale su quel fenomeno che sta mostrando l’altra faccia della medaglia dell’evoluzione della società in cui viviamo: il progressivo aumento della capacità di autogestione della propria salute da parte dei cittadini, facilitati ovviamente dai moderni mezzi tecnologici con cui possono accedere a informazioni che una volta facevano parte di un patrimonio gelosamente custodito dal medico, depositario di una scienza sconosciuta ai più». Paolo Gradnik, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico, ci spiega in questa intervista il rischio della compravendita online di medicinali, un fenomeno in espansione aiutato dalle ormai infinite informazioni e indicazioni, spesso di dubbia attendibilità, che circolano in rete. Ne parliamo dopo quanto accaduto a Barletta, dove Teresa Sunna, commercialista 28enne originaria di Trani è deceduta dopo aver ingerito del sorbitolo venduto su Ebay. Sembra che ad uccidere la donna sia stato il nitrito di sodio contenuto nel farmaco, o confezionato al posto di esso, e poi venduto online. Riguardo questo fenomeno, l’Agenzia italiana del Farmaco ha fornito dati veramente allarmanti, secondo cui il 98% delle oltre 40 mila farmacie aperte su internet è illegale, e i medicinali comprati su Internet risultano in oltre metà dei casi contraffatti. «Adesso tantissime persone – continua a spiegarci Paolo Gradnik, prima di interloquire con il medico e con lo stesso farmacista, si informano su Internet, si costruiscono le proprie idee e si confrontano, e questa deve appunto essere una sfida per il professionista che deve rivelarsi assolutamente aggiornato su questi moderni mezzi di informazione. Si tratta di un fenomeno che per certi versi può essere considerato positivo, perché trasforma una persona da soggetto passivo nella cura della propria salute, a soggetto attivo. Al suo interno però, presenta diversi aspetti che possono rivelarsi negativi: innanzitutto l’attendibilità dell’informazione, che rappresenta un problema già a livello di siti ufficiali, per non parlare quindi dei vari blog e social network, dove si può diffondere in modo virale qualsiasi tipo di informazione senza che ci sia alcun controllo di veridicità. Nel caso dei medicinali, c’è poi un ulteriore aspetto molto delicato: nel mercato virtuale non circolano solamente notizie e informazioni, ma anche centinaia di migliaia di offerte riguardanti la vendita di ogni tipo di medicinale. 



Vengono spesso proposti farmaci soggetti a ricetta medica, su cui non c’è alcun filtro oppure, nel caso in cui ci fosse, è aggirabile banalmente pagando qualcosa in più. Inoltre non c’è nessuna garanzia riguardo la composizione del medicinale che arriva per posta una volta ordinato tramite il web, e numerosi studi su questo fenomeno ci dimostrano che purtroppo la stragrande maggioranza dei prodotti farmaceutici che circolano su queste piazze virtuali sono assolutamente contraffatti. Quando va bene non contengono nulla di tossico, mentre quando va male contengono anche sostanze dannose per la nostra salute, e questo rappresenta un grosso problema». Purtroppo, ci spiega Gradnik, «una vera soluzione ancora non è stata trovata, anche se spesso vengono lanciati molti allarmi a riguardo, che evidentemente ancora non si dimostrano sufficienti a far desistere i consumatori ad accedere a questo canale. La soluzione, come sempre, deve partire dal cittadino e dalle istituzioni, chiamate a sensibilizzare maggiormente la popolazione riguardo questo fenomeno che si sta dimostrando allarmante».



 

(Claudio Perlini)      

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