Oggi la Chiesa cattolica celebra la memoria liturgica di San Ruperto, vescovo di Salisburgo, che visse tra il settimo e l’ottavo secolo anche se non si conosce l’anno di nascita. San Ruperto di Salisburgo discendeva dalla famiglia nobile dei Rupertini, un casato di conti che dominavano la regione del medio e alto Reno. Ricevette una formazione di tipo monastico irlandese a Worms e, secondo questa impostazione, si dedicò alla predicazione itinerante. Questo lo portò a recarsi in Baviera, precisamente a Ratisbona e Lorch. In questa regione ottenne in seguito la protezione del conte Theodo di Baviera e questo gli permise di fondare una chiesa sul lago Waller dedicata a San Pietro. Fondò in seguito un monastero dove si trovava l’antica città romana di Juvavumo sul fiume Salzach che costituì il nucleo originario intorno al quale venne costruita la città di Salisburgo. Questo monastero risulta essere il più antico di tutta l’Austria e alla costruzione parteciparono dodici compagni, conterranei di Ruperto, tra i quali Cunialdo e Gislero, anche loro divenuti in seguito santi. Oltre al monastero maschile, sorse nelle vicinanze il monastero femminile, che venne retto dalla nipote di Ruperto, la badessa Santa Erentrude.



L’abbazia di San Pietro in Salisburgo è anche strettamente legata alla storia musicale della città. Infatti un giovanissimo Mozart compose per il monastero la “Messa Domenicana per l’abate Hagenauer” e vi diresse in seguito personalmente la sua famosa Messa in MI-Minore; inoltre, proprio in ricordo del fondatore San Ruperto, nel 1782, Haydn compose per l’abbazia la “Messa Rupert”.



San Ruperto di Salisburgo morì il 27 marzo 718, giorno in cui, quell’anno, veniva celebrata la Pasqua. Il suo corpo è tuttora conservato nella Cattedrale di Salisburgo a lui dedicata. San Ruperto è inoltre patrono di Salisburgo visto lo stretto rapporto che lo lega alla storica fondazione del primo nucleo intorno a cui la città odierna si sviluppò.

Proprio in virtù di tale legame, l’iconografia rappresenta spesso San Ruperto con un barile o un secchio pieno di sale, letteralmente infatti Salisburgo significa “città del sale”.

La più famosa statua dedicata a San Ruperto di Salisburgo è quella custodita nella chiesa di Santa Caterina a Dornbach, in Carinzia. Ricoperta d’oro e d’argento ha subito un importante restauro durante gli anni ’40 per riportarla alle condizioni originali; era infatti pesantemente rovinata a causa dell’esposizione prolungata a infiltrazioni d’acqua e condizioni di umidità.