Oggi la Chiesa cattolica celebra san Bertoldo di Calabria, o del Monte Carmelo. Nato con il nome di battesimo di Bartolomeo Avogadro, ebbe i natali a Solignac, nel XII secolo – in una data imprecisata e morì sul Monte Carmelo il 29 marzo del 1195. Figlio di nobili genitori, frequentò l’università di Parigi. Dopo aver completato gli studi ed essersi laureato in teologia prese le armi e partì con i crociati per difendere Antiochia dagli attacchi dei saraceni. Mentre la battagli infuriava, fece un voto solenne. Se l’esercito crociato fosse stato liberato dall’assedio, avrebbe preso i voti, consacrandosi religioso. Così fu e, una volta tornato dalla guerra, nel 1154 costituì sul Monte Carmelo, con altri dieci compagni, la comunità dei “Fratelli di Santa Maria del Monte Carmelo”. Essi conducevano una vita eremitica, dedicandosi alla preghiera, alla meditazione e all’ascesi in celle realizzate attorno ad una cappella costruita da loro presso la “fonte di Elia” e dedicata alla Beata Vergine del Monte Carmelo; sul monte, non era la prima vota che si recavano per vivere in contemplazione altre comunità cenobitiche. Per la verità, secondo la tradizione, i carmelitani esistevano già da tempo immemore. La loro costituzione risaliva addirittura a Sant’Elia, profeta dell’Antico Testamento. Bertoldo li avrebbe, quindi, raccolti e posti assieme sotto un ordine monastico. Con il tempo, accadde che Aimerio di Limoges, cugino di Bertoldo, divenne patriarca di Antiochia; e che quando si recò in visita presso la neonata comunità decise di nominare Bertoldo primo Priore generale dell’Ordine Carmelitano. Bertoldo, quindi, benché forse non abbia dato vita ai carmelitani, fu di certo il primo priore della loro comunità. Il patriarca, ripreso il cammino verso l’oriente, decise di prendere con sé alcuni dei monaci del Monte Carmelo. Questi, costituirono in Palestina due comunità monastiche carmelitane. Tornando a Bertoldo: nelle vesti di priore fu ricordato per la sua capacità di educare i monaci grazie al suo esempio, e per la sua devozione alla Beata Vergine. Era solito, in particolare, pregare per l’unità dei cristiani in Terrasanta, sovente messa a repentaglio da lotte intestine.
A tal proposito si narra che un giorno ebbe una visione in cui gli furono mostrati moltissimi suoi confratelli trasportati in cielo da degli angeli. Si trattava di cristiani uccisi dai saraceni. Alla sua morte, avvenuta dopo aver retto per 45 anni l’ordine monastico, gli successe Brocardo; fu a lui che, nel 1207, il patriarca di Gerusalemme Alberto diede una regola sul modello di quella agostiniana.