Santo del giorno. Oggi, 6 marzo, è Santa Rosa da Viterbo – Oggi ricorre la celebrazione di questa santa, morta giovanissima a soli 18 anni, e nata nel 1233 a Viterbo da una famiglia di modeste condizioni. Sin da giovanissima fu suo desiderio entrare nelle suore Clarisse, ma per via della salute cagionevole non le fu concesso. Guarita miracolosamente fu accettata nel terz’ordine francescano. In quel periodo storico l’imperatore Federico II era in pieno contrasto con il Papa Innocenzo IV e il popolo era diviso tra guelfi e ghibellini, sostenitori cioè della Chiesa e sostenitori dell’imperatore. Rosa prese decisamente posizione accanto ai Guelfi predicando lungo le strade della sua città contro i catari, vicini a Federico II. Per questa sua presa di posizione fu mandata in esilio con tutta la famiglia trovando rifugio in un primo momento a Soriano nel Cimino e poi a Vitorchiano. Proprio mentre si recava a Vitorchiano Rosa compì uno dei suoi miracoli restituendo la vista ad una giovane cieca dalla nascita. Inoltre convertì un’eretica alla fede cattolica. Sono tante le storie che si tramandano su questa giovane santa.
Tra le altre si narra che Rosa, trovatasi tra le fiamme, ne uscì miracolosamente indenne. Tra i suoi miracoli si ricorda anche quello delle rose. Uscita di casa con dei tozzi di pane da donare ai poveri Rosa fu fermata dal padre che le chiese aspramente cosa celasse. La giovane rispose rose, e rose trovò il padre quando le ingiunse di mostrare il contenuto del grembiule. Tramite un sogno, la santa fu anche in grado di annunciare la morte di Federico II avvenuta davvero il 13 Morì il 6 marzo del 1251, a soli 18 anni, a causa di una malattia. Il suo corpo fu seppellito direttamente nella terra. I fedeli che si recavano sulla tomba di Rosa furono graziati da numerosi miracoli e guarigioni e sollecitarono il Papa Innocenzo IV affinché canonizzasse la ragazza. Il Papa ordinò la riesumazione del corpo che fu trovato ancora integro e fu seppellito all’interno della Chiesa nel 1252. Sei anni dopo il Papa Alessandro IV mentre si trovava a Viterbo sognò per tre volte una ragazza, seppellita nella chiesa di Santa Maria in Poggio, che le chiedeva di essere traslata nel Monastero delle Povere Dame di San Damiano, le clarisse dove aveva desiderato entrare da viva.
Il Pontefice colpito dal sogno predispose il trasporto solenne del corpo che avvenne il 4 settembre del 1258. Qui il corpo fu sistemato in un’urna provvista di un’anta che veniva aperta per consentire ai fedeli di baciare la mano della Santa. Nel 1357, a causa di un incendio, l’urna andò distrutta, ma il corpo di Santa Rosa fu solo annerito dalle fiamme, rimanendo ancora una volta integro. Nel 1921 fu fatta una ricognizione al corpo e ne fu estratto il cuore che, perfettamente integro, è conservato in un reliquiario di argento. Ancora oggi il corpo della Santa è visibile presso il Monastero, assolutamente conservato.
Santa Rosa è patrona della città che le diede i natali, Viterbo. In occasione dell’anniversario della sua traslazione i viterbesi le dedicano grandi festeggiamenti. Il 2 settembre di ogni anno viene svolta una lunga processione che accompagna il Sacro cuore della Santa per le vie della città con un corteo di 300 figuranti abbigliati con costumi d’epoca. Alle 21 della sera del 3 settembre viene trasportata la “Macchina di Santa Rosa” attraverso un percorso di un chilometro e duecento metri nella parte antica del capoluogo. La macchina è una torre alta 30 metri sulla cui sommità è posta una statua della Santa, che pesa circa 50 quintali ed è portata a spalla dai facchini di Santa Rosa, che sono circa un centinaio.