Ieri è toccato a Vatican.va, il sito ufficiale della Santa Sede, rimasto vittima di un oscuramento a opera di Anonymous. L’organizzazione che ha già fatto saltare siti web importanti, come quelli del nostro ministero degli interni o del governo, ha puntato adesso l’obbiettivo sulla Chiesa. Un attacco che ha fatto tanto più scalpore in quanto il sito della Santa Sede era ritenuto uno dei più inviolabili al mondo. Oscuramento e messaggio farneticante, in cui gli hacker hanno chiarito che l’attacco non era rivolto alla religione cristiana o ai suoi fedeli, ma “alla corrotta Chiesa Romana Apostolica e a tutte le sue emanazioni”. Aggiungendo che il sito è stato posto sotto assedio “in risposta alle dottrine, alle liturgie e ai precetti assurdi e anacronistici che la vostra organizzazione a scopo di lucro diffonde nel mondo”. Tutto ciò in una inquietante coincidenza, e cioè mentre il Pontefice dedicava la sua abituale udienza del mercoledì al silenzio. Un silenzio interiore “per farvi abitare Dio”, ma che l’attacco di Anonymous ha reso un silenzio assordante. Per Paolo Rodari, vaticanista de Il Foglio, contattato da IlSussidiario.net, “l’attacco di oggi stupisce. Si diceva infatti che il sito del Vaticano avesse una protezione simile a quella che ha il sito della Casa Bianca americana, dunque altissima”. Un attacco che pone però delle domande, dice Rodari, proprio mentre “il Papa continua con la sua linea di illuminare con la parola. come dimostrava l’udienza di ieri, di far cioè guardare la Chiesa a Dio”.
Che cosa significa un attacco di Anonymous alla Santa Sede?
Non so chi ci sia dietro a questa organizzazione e non so giudicare in questo senso. Però sapevo che il Vaticano era molto attrezzato per difendersi da questo tipo di attacchi. Anche in passato si erano dovuti difendere più volte. Addirittura la sala stampa del Vaticano aveva detto poco tempo fa che il sito Internet del Vaticano era sotto attacco quotidiano.
Il che è inquietante, tanto più che Anonymous si è auto dichiarato paladino della libertà sulla Rete e gode del consenso di molti utenti della Rete stessa.
Premesso che non sappiamo chi sono, la prima cosa che mi viene in mente dopo questo attacco è però lo stupore. Mi è sempre parso impossibile che qualcuno un giorno riuscisse a fare quello che è stato fatto ieri. Anche perché si diceva che il sito del Vaticano avesse una protezione simile a quella che ha il sito della Casa Bianca americana, dunque altissima.
Ma non preoccupa questo uso della tecnologia per imporre una propria visione della realtà sbandierandola come libertà?
Certo, preoccupa che si possa entrare in luoghi protetti che contengono materiale di valore importantissimo come lo contiene il sito del Vaticano. E’ un uso della tecnologia preoccupante e destabilizzante per quello che comunica all’utente sprovvisto di approfondita conoscenza dei fatti.
Che cosa ne pensa di quanto hanno lasciato detto sulla Chiesa nel loro messaggio?
Trovo il loro comunicato contro la Chiesa abbastanza dequalificante, e intendo per loro stessi. Mi sembrano più che altro accuse prese un po’ non si sa bene da dove e appiccicate senza grande filo logico. Non credo infatti sia gente che voglia attaccare e screditare la Chiesa e la sua autorevolezza. La cosa che sarebbe però da chiarire è da chi viene questo attacco.
In che senso? Sappiamo che è stato Anonymous.
Ne siamo sicuri? Almeno domandiamoci come hanno fatto ad avere avuto successo visto il grado di protezione del sito. In questi giorni il Vaticano è sotto pressione in modo violento per via di questa continua uscita di documenti verso le redazioni di alcuni quotidiani, quello che Padre Lombardi ha definito Vatican Leaks.
Pensa a una cospirazione interna alla Chiesa?
Non sono giornate facili per il Vaticano. Vedono continuamente la loro privacy messa in piazza. Io non sono un dietrologo e non penso che per forza ci debba essere una correlazione però la coincidenza di tempi fa pensare. Su Anonymous ripeto non so dire molto però forse se fossi in Vaticano mi porrei delle domande per capire da dove viene questo attacco.
E se invece la recente scesa in campo su Internet della Chiesa tramite social network come Twitter avesse infastidito qualcuno?
No, questo non credo sia possibile. Penso che il fatto che il Vaticano sia su Internet sia importante, ma non così decisivo da provocare un attacco ideologico sul fatto che sono su Internet.
Proprio ieri il Papa nella sua udienza del mercoledì ha parlato di silenzio.
E’ un fatto ovviamente casuale, mentre il sito del Vaticano veniva “silenziato”, ma dice invece molto di come stia oggi la Chiesa. Il Papa è una grande personalità che illumina tantissimo con la sua catechesi, le sue parole del mercoledì e non solo, sono parole profonde e hanno grande spessore teologico. Lui continua con questa linea di governare con la parola, cioè tramite il tentativo di illuminare con la parola. E’ però anche vero che intorno a a lui che governa in modo esemplare come ha dimostrato la catechesi di ieri, ci vorrebbe una governance in grado di sostenerlo adeguatamente.
Lei pensa non sia così?
Diciamo che questo attacco magari non si poteva prevedere o non ci si poteva difendere contro di esso, però purtroppo è l’ennesima vicenda che riguarda in modo inspiegabile il Vaticano e la appunto sua governance.