La terra torna a tremare in Sicilia. Alle 8.21 di questa mattina un sisma di magnitudo 4.2 è stato registrato al largo delle coste palermitane, più precisamente a 30 chilometri a Nord del capoluogo siciliano. Nonostante sia avvenuto in mare, il terremoto è stato avvertito distintamente dalla popolazione, che in diversi casi ha preferito scendere in strada per maggiore sicurezza. Per il momento non si registrano danni o feriti, ma diverse scuole sono state evacuate e molti genitori hanno preferito riprendere i propri figli dagli istituti e portarli a casa. IlSussidiario.net ha chiesto ogni dettaglio di quanto avvenuto a Patrizia Tosi, primo ricercatore dell’Ingv (Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia).
Può darci qualche dettaglio in più riguardo la scossa di questa mattina?
Fino ad ora possiamo dire con certezza che il terremoto è stato di magnitudo 4.2 ed è avvenuto a poca profondità. E’ stato avvertito distintamente a Palermo, con un grado 4 della Scala Mercalli, ma anche all’interno della Sicilia. Il sisma di questa mattina è stato preceduto da altre scosse che hanno interessato la zona in questi giorni, ma si tratta comunque di un’area particolarmente sismica in cui in passato si sono già verificati altri terremoti di equivalente magnitudo. La statistica mostra che i terremoti di magnitudo alta sono ovviamente molto più rari di quelli di magnitudo minore ma, essendo questa una delle zone più sismiche d’Italia, terremoti del genere sono abbastanza frequenti.
Crede che potranno esserci altri eventi nei prossimi giorni?
La sismologia non ci dice niente in questo senso. Possiamo solo analizzare la statistica, che mostra come dopo una scossa poco profonda come questa normalmente possano seguire altre scosse minori, ma purtroppo non è possibile fare alcuna previsione.
La scossa di questa mattina da che cosa può essere stata provocata?
E’ ancora presto per capire il meccanismo che ha provocato il sisma di questa mattina. Si stanno analizzando i dati e tutta la situazione sarà più chiara nel corso della giornata. In generale i terremoti che avvengono in quest’area sono dovuti al fatto che il fondo oceanico del Mediterraneo si immerge al di sotto della Sicilia, per quel fenomeno che in geologia si chiama subduzione. Questi spostamenti poi trasferiscono il loro sforzo anche agli strati più alti della crosta terrestre e questo può far avvenire ogni tanto dei terremoti.
La presenza dell’Etna in qualche modo può aver contribuito?
Non in questo caso. La presenza dell’Etna è certamente legata alla subduzione del terreno, e il fatto che ci siano questi movimenti in profondità è quello che determina tutta la geodinamica dell’Italia Meridionale, compreso l’Etna. Ma in questo caso non c’è un legame diretto tra questo terremoto ed eventuali eruzioni dell’Etna.
Cosa può dirci invece della morfologia della Sicilia?
Questo tema è al centro di studi che si stanno conducendo proprio in questo momento, per cui è ancora prematuro definirne i dettagli. Studiando i dati a seguito di terremoti è possibile capire se ci sono delle zone in cui la morfologia permette un’amplificazione delle onde sismiche, o dove queste possono trovare un percorso più diretto.
Fortunatamente in questo caso sembrano non esserci particolari danni. Quanto deve essere forte una scossa per far preoccupare davvero?
Il fatto che il sisma sia avvenuto in mare chiaramente aiuta, nel senso che sopra l’epicentro, dove avvengono le accelerazioni maggiori, fortunatamente non c’è niente. In questo caso, pur essendo il terremoto non di piccola magnitudo, non ha creato assolutamente danni. Se si fosse trattato di una magnitudo intorno al 5, allora forse avremmo potuto vedere qualche piccolo danno, come delle crepe nei muri. Ovviamente, come detto in precedenza, la possibilità di un terremoto così forte in genere è sempre molto bassa.
Un terremoto con epicentro in mare ma di magnitudo più alta potrebbe provocare uno tsunami?
In passato abbiamo assistito a diversi maremoti in Sicilia, e in teoria si tratta di un evento che potrebbe anche verificarsi. Naturalmente ci vogliono condizioni ben precise, come un terremoto molto forte a piccola profondità, ma in teoria sarebbe possibile.
(Claudio Perlini)