Il 18 aprile si festeggia San Calogero da Brescia, Santo bresciano convertito al cristianesimo poi martirizzato sotto l’impero di Adriano nel 121. L’etimologia del nome, di provenienza greca, ci riporta ad una traduzione del tipo “di bella vecchiaia, che invecchia bene” ed il simbolo del Santo è la palma.
San Calogero da Brescia fu convertito al Cristianesimo da altri due Santi, Faustino e Giovita. Tutti e tre soldati appartenenti presumibilmente alla stessa compagine, furono trasferiti a Milano per essere processati presso le Terme d’Ercole ma nessuno dei tre giovani rinnegò la propria fede cristiana.
Colpevoli di alto tradimento all’Impero, quindi, i tre furono condotti in un tempio fuori le mura, un anfiteatro poco utilizzato con un ampio spiazzo dove solo i temerari o i folli suicidi potevano decidere di correre con i cavalli vista la totale mancanza di sicurezza della pavimentazione. Erano però gli spettacoli ad alto impatto emotivo e spesso orribili a dare maggiore soddisfazione a quanti si recavano sul posto come spettatori delle atrocità decise dall’Impero e fu per questo che i tre soldati furono legati ad altrettanti carri condotti da cavalli imbizzarriti che presero a correre furiosamente lungo lo spiazzo tra le urla ed i fischi degli spettatori.
Fu proprio in quel momento che avvenne il prodigio insperato: i tre soldati riuscirono a liberarsi dalle funi che li tenevano costretti ai carri e furono capaci di comandare i loro cavalli salvandosi dal martirio. Calogero riuscì addirittura a scappare verso Vigevano fino ad Asti dove trovò rifugio presso una comunità cattolica locale. Qui il Santo riuscì a convertire al Cristianesimo Secondo, riconosciuto come il primo martire di Asti, che dopo la conversione raggiunse Faustino e Giovita rimasti a Milano per liberarli.
Calogero, invece, decise di trasferirsi ad Albenga per continuare lì la sua opera missionaria ma sotto l’impero di Adriano, il 18 Aprile del 121, fu scoperto dalla polizia imperiale ed immediatamente decapitato per evitare che la sua opera potesse cristianizzare altri individui. Ben presto il luogo dove morì San Calogero divenne meta di culto per le vicine città di Asti, Milano, Brescia, Ivrea e Tortona.
La sua presunta tomba è conservata presso il Museo Civico Ingauno nella cattedrale di San Michele ove sono conservate anche alcune reliquie del Santo. Oggi è possibile notare come il mancato martirio milanese del Santo sia rimasto impresso nella toponomastica del luogo. Oltre ad una via a lui dedicata, infatti, non molto lontano si trova una chiesa dedicata a San Vincenzo in Prato. Da ciò sembrerebbe potersi desumere l’effettiva esistenza di una zona pratosa in prossimità del tempio romano indicato negli scritti di San Faustino e San Giovita. I due Santi parlarono inoltre di una sorgente d’acqua purissima che sgorgava nel bel mezzo dello spiazzo. La stessa sorgente oggi porta il nome di Fonte di San Calogero, conosciuta per la salubrità delle sue acque. Ad oggi, però, non è ben chiaro dove si trovino i resti del Santo bresciano. Nonostante, come detto poco sopra, alcune reliquie si trovino nella chiesa dedicata a San Michele, infatti, la cittadina di Albenga rivendica la presenza presso il proprio monastero delle reliquie mortali del santo.
Attualmente il monastero è stato trasformato in sito archeologico e la tradizione vuole che la struttura sia sorta proprio sul luogo del martirio di San Calogero. Un’altra tradizione ancora sostiene invece che le reliquie del Santo siano state translate nel nono secolo a Civate, un paesino che presenta una sorgente dalle acque ritenute miracolose.
Una chiesa dedicata alla Madonna di San Calogero è inoltre presente a Caslino, un paese alle pendici del Monte di Civate dove fu rinvenuta una interessantissima lapide che recherebbe la scritta “alle Linfe e alle Acque””, confermando quanto scritto anche da Faustino e Giovita riguardo alla sorgente miracolosa divenuta emblema del Santo. E l’acqua resta uno dei temi portanti della vita ma anche delle opere del Santo bresciano. Pare infatti che i paesi di Civate e Caslino fossero spesso soggetti ad alluvioni e frane e che i cittadini invocassero l’aiuto di San Calogero per proteggersi da queste calamità naturali.