L’attrice teatrale e drammaturga Franca Rame, 83 anni il luglio prossimo, è stata trasportata d’urgenza poche ore fa e ricoverata in codice giallo al Policlinico Maggiore di Milano a causa di una lieve ischemia cerebrale. L’ex senatrice Idv e moglie di Dario Fo è stata quindi immediatamente sottoposta ad un’angiotac che potesse escludere una trombosi o un’emorragia cerebrale.

Franca Rame, sostengono fonti interne all’ospedale, è arrivata presso la struttura con la parte sinistra del corpo parzialmente paralizzata ma comunque vigile. Il marito Dario Fo, ultimo Premio Nobel per la Letteratura italiano, è stato avvisato del malore della moglie dai medici dell’ospedale mentre si trovava ad una mostra dedicata alla sua produzione pittorica presso Palazzo Reale, e ha lasciato la sala visibilmente preoccupato. IlSussidiario.net ha chiesto un parere al prof. Mauro Ceroni, neurologo e docente di neurologia presso l’università di Pavia, che ci spiega innanzitutto che «l’ictus può presentarsi con tutti i gradi di gravità: può essere semplicemente un attacco ischemico transitorio, del quale si può avere manifestazione anche significativa di deficit neurologico, che però si può risolvere completamente perché viene riaperto il vaso sanguigno. Oppure si può naturalmente arrivare a gradi molto più gravi, con deficit permanenti o la morte del soggetto». Riguardo alle condizioni di Franca Rame, il prof. Ceroni spiega che «se davvero la diagnosi ha evidenziato una lieve ischemia con un codice che poi è rimasto giallo, si può facilmente pensare ad una ischemia transitoria che potrà anche risolversi completamente». E’ però molto importante capire la causa dell’ictus, ciò che lo ha scatenato: «Nelle persone di una certa età – dice il prof. Ceroni – l’ictus è solamente una conseguenza di patologie cardiache, come la fibrillazione atriale, abbastanza frequente nelle persone anziane, oppure vizi valvolari o embolie che partono dal cuore e che portano ad una occlusione di arterie cerebrali. In queste condizioni si può avere lo scioglimento dell’embolo e la dissoluzione anche completa del deficit. Una patologia di questo genere può quindi non compromettere nulla, ma bisognerà comunque vedere il proseguo dell’andamento clinico». 

Il fatto che l’attrice e drammaturga sia arrivata in ospedale vigile, collaborativa, ma con la parte sinistra del corpo parzialmente paralizzata «sta a significare che l’ischemia, perlomeno all’inizio, non era di proporzioni molto gravi, tanto che non è avvenuta la perdita completa del movimento né una compromissione della coscienza, e anche questo è significativo perché depone per una prognosi migliore».