Oggi, 26 aprile, la Chiesa Cattolica celebra San Marcellino Papa. Fu pontefice dal 296 al 304 e morì verso il 305 d.C., nel periodo delle tremende persecuzioni messe in atto da Diocleziano. Il suo nome, Marcellino, è un diminutivo del nome latino Marco, che vuol dire nato in marzo e sacro a Marte. Nacque a Roma dal padre Proietto, la sua figura fu sempre lodata da Sant’Agostino, pur essendo le scritture del dottore della chiesa molto postume. Questo perché le memorie del culto del passato e le tradizioni erano continuamente tramandate, anche per mantenere una fede sempre accesa, più che per pura necessità di cronologia storica. Marcellino è ricordato come un uomo incredibilmente devoto, pio e casto. Fu fatto Papa, “Rex Cristianorum”, il giorno 30 giugno del 296. All’inizio della sua carriera da Pontefice, il suo operato fu reso sereno e possibile dalla pax stabilita in precedenza con l’ imperatore Caio e mantenuta dall’attuale imperatore. Il Papa Marcellino poté in tal modo dedicare la sua esistenza alla comunità, riservando una particolare attenzione alle famiglie più bisognose. Quando l’ impero passò nelle mani di Diocleziano, però, le cose cambiarono. La politica cominciò a subire dei forti scossoni, e così fu stabilita una tetrarchia e le funzioni del governo furono tripartite, per meglio gestire l’esercizio del potere. Diocleziano divenne capo dell’impero romano d’oriente, Galerio divenne governatore di Roma e Massimiano fu nominato governatore dell’ impero romano nord occidentale. Galerio, storicamente anti cristiano, cominciò quella che poi venne ricordata come la “nona persecuzione” anticristiana, usando come pretesto l’ invadenza dei cristiani sui territori dell’ impero romano. Galerio incontrò poi Diocleziano a Nicomedia, l’ odierna Izmit, e riuscì a convincerlo a ritornare al paganesimo e a perseguire tutti coloro che non si allineassero con le nuove direttive religiose. Il 23 febbraio 303 cominciarono le devastazioni romane, con l’incendio della chiesa di Nicomedia. I romani distrussero quasi tutto e mandarono a morte tutti coloro che si opponevano e che si ribellavano, fu addirittura massacrata un’ intera legione dell’esercito notoriamente cristiana, la legione tebea. Marcellino fu imprigionato nel procedere delle persecuzioni, e gli fu imposto di sacrificare agli idoli da Diocleziano e Massimiano. Il Papa non acconsentì, e così fu minacciato di atroci sofferenze e disumane torture.
Egli, spaventato dal dolore della tortura, bruciò due grani di incenso su un altare pagano dedicato agli dei. I cristiani furono molto delusi dal comportamento del Papa e così si recarono da lui infuriati per rimproverarlo. Il Pontefice chiese quindi ai vescovi di essere giudicato, ma questi gli risposero che a nessuno è dato di giudicare il Papa e che si sarebbe dovuto giudicare da solo. Pentito e disperato, Marcellino si depose dal ruolo di pontefice, piangendo, ma i fedeli elessero lui nuovamente. Quando gli imperatori romani lo vennero a sapere, lo fecero imprigionare e gli chiesero nuovamente di sacrificare agli idoli, ma questi si oppose con tutte le sue forze. Così fu ordinata la decapitazione del Pontefice. Si narra che, mentre stava per essere decapitato, Marcellino lanciò la scomunica a chiunque avesse provato a dargli sepoltura cristiana, poiché non si sentiva degno di essere seppellito. E così, il suo corpo rimase senza sepoltura per 35 giorni. Infine, pare che l’apostolo Pietro comparve al successore del Pontefice, Papa Marcello, e chiese che Marcellino venisse seppellito.