Il caso della morte di Vanessa Scialfa, la ragazza ventenne trovata morta a due giorni di distanza dalla sua scomparsa scuote l’Italia. Il corpo è stato trovato al di sotto di un cavalcavia da cui sarebbe stata lanciata, non si sa ancora se già morta o ancora viva. Vanessa Scialfa, vent’anni, era infatti scomparsa lo scorso 24 aprile dalla abitazione in cui viveva con il suo fidanzato a Enna. Di lei non si era più saputo nulla, se non che era andata via senza telefonino o soldi. Immediato l’allarme lanciato dai familiari. Il padre aveva anche pubblicato un disperato grido di aiuto su Facebook chiedendo a tutti di segnalare qualunque cosa potesse servire a ritrovare la figlia. Stamane poi il compagno di Vanessa aveva ammesso davanti agli inquirenti che lui e Vanessa martedì giorno della sua scomparsa avevano avuto un alite. Vanessa però se n’era andata di casa solo nel pomeriggio. Tutte le ipotesi sono aperte al momento: secondo fonti ancora non confermate dagli inquirenti ci sarebbe già una persona fermata. Il fidanzato Francesco è tra coloro che gli inquirenti stanno interpellando in questi primissimi momenti per raccogliere più elementi possibili sulla triste vicenda che si candida a diventare oggetto di molte trasmissioni di approfondimento televisivo di inchiesta. IlSussidiario.net ha contattato Sabrina Scampini, giornalista nella trasmissione Quarto Grado condotta da Salvo Sottile, e Alessandro Meluzzi, ospite fisso dello stesso programma per capire se si possono già fare delle ipotesi. “E’ ancora presto per tirare delle somme, è prematuro ancora parlarne” ci ha detto Sabrina Scampini. “Aspettiamo di avere maggiori informazioni sul caso”. Dalle notizie non confermate dagli inquirenti si pensa che ci sia già una persona in stato di fermo: “Sì, ma non sappiamo chi sia. Ovviamente particolare attenzione sarà riservata alla valutazione della posizione del fidanzato, visto che pare abbia dichiarato di aver litigato con Vanessa Scialfa la mattina del giorno che la ragazza se n’è andata di casa, ma aspettiamo a trarre qualunque conclusione”. Chiediamo a Sabrina Scampini cosa ne pensa degli appelli lanciati sui social network in casi come questi. Il padre di Vanessa Scialfa aveva infatti pubblicato un appello su Facebook che aveva raccolto moltissime adesioni: “Questo tipo di appelli sono utili” dice Sabrina Scampini. “Che altro deve fare il parente di una persona scomparsa se non cercare di trovarla in ogni modo possibile? Perché dovrebbe andare a trasmissioni come Chi l’ha visto? o Quarto Grado? Per lo stesso motivo per cui lancia un appello su Facebook. In tali frangenti c’è bisogno di fare qualunque cosa possibile uno si senta di fare per il bene del proprio caro scomparso”. Secondo Alessandro Meluzzi invece “non sempre dopo una fuga da qualcuno è lecito sospettare della persona da cui si è sfuggiti. Questo è qualcosa” ci ha spiegato Meluzzi “che è vero in molti casi, ma in un numero altrettanto ragguardevole di vicende si è rivelata una falsa pista. C’è però un altro aspetto”. Secondo Meluzzi ogni situazione in cui qualcuno si mette in un stato di forte alterazione emotiva come dopo un litigio in condizioni di fuga cioè di mancanza di punti di riferimento, di comportamenti emotivi e caotici, e quindi cioè anche di abbattimento delle difese contro il mondo rischia di fare qualche brutto incontro”. Ecco una ipotesi plausibile, che Vanessa abbia cioè incontrato qualcuno che si sia approfittato di lei con conseguenze tragiche: “Purtroppo è direttamente proporzionale il fatto di fare brutti incontri in stato di alterazione della coscienza. In tali casi infatti si possono fare comportamenti irrazionali, come accettare passaggi da sconosciuti, accettare ipotetiche solidarietà e amicizie da persone che in realtà possono avere pessime intenzioni”.
Meluzzi però ci tiene anche a trarre una conclusione su questa triste vicenda, pensando alla giovanissima età della vittima: “Non ho nulla contro rapporti precoci fra ragazzi anzi sarebbe bene che le famiglie nascessero in giovane età, sarebbe un canto alla vita. Purtroppo però questi rapporti improvvisati, caotici e senza costrutti e remoti dalle famiglie di origine rischiano di essere un luogo destabilizzante e una mancata tappa di maturazione”. Con conseguenze anche tragiche, come in questo caso.