Santo del giorno 9 aprile, lunedì dell’Angelo. Il giorno dopo la Pasqua della Resurrezione viene denominato in diversi modi a seconda della tradizione. Lunedì di Pasqua, Pasquetta, ma soprattutto lunedì dell’Angelo secondo la tradizione della Chiesa cattolica. E’ infatti il giorno in cui si ricorda l’incontro dell’Angelo con le pie donne giunte al sepolcro. Non è giorno di precetto secondo la Chiesa. Secondo il Vangelo Maria di Magdala, Maria la madre di Giacomo e Giuseppe e Salome si erano recate al sepolcro per prendersi cura del corpo di Gesù che lì era stato sepolto, per profumarlo con olii aromatici secondo le usanze. Il masso che chiudeva la tomba era spostato, l’ingresso aperto: in preda alla paura e allo smarrimento si trovarono davanti un angelo che spiegò loro che Gesù era risorto come aveva promesso e ordinò loro di andare ad annunciarlo agli apostoli. E’ naturalmente quanto accade il giorno della Pasqua della resurrezione anche se la tradizione lo ha spostato al giorno dopo, perché nel Vangelo viene scritto “il giorno dopo Pasqua”, ma è un evidente riferimento alla Pasqua ebraica che cade di sabato. Il martirologio cristiano comunque celebra anche oggi un santo. Si tratta di San Demetrio di Tessalonica, martire. Il culto di San Demetrio trova le sue origini nella Chiesa Cattolica d’Oriente ma le versioni sul periodo in cui è vissuto sono incerte. Si narra che fosse un diacono martirizzato intorno al 300 d.C. in seguito alle persecuzioni cristiane sotto gli imperatori Diocleziano e Galerio. Altre versioni lo presentano come soldato romano o forse un proconsole e questo lo legò al nome di San Giorgio, facendolo divenire insieme a lui protettore dei Crociati in epoca medievale. Le origini quindi sono molto oscure, facendo addirittura dubitare alcuni studiosi della reale esistenza di San Demetrio di Tessalonica. Tuttavia, nella Chiesa ortodossa, è un santo molto venerato. La versione più attendibile, anche se prove certe non ne esistono, è che fosse un diacono di Sirmio nella città di Sirmio, nell’attuale Serbia. La città venne tuttavia distrutta dagli Unni, ma il culto del santo era già passato oltre i confini cittadini spostando il suo centro più importante a Salonicco, nella provincia greca in Macedonia. Proprio qui verrebbero custodite le sue reliquie ed ancora oggi è molto venerato; è infatti considerato il patrono della città e festeggiato il 26 ottobre, secondo il culto ortodosso. Nel Martirologio Romano invece lo troviamo il 9 aprile, a ripresa del Martirologio Siriaco, anche se la fonte a cui si fa riferimento è in pessime condizioni e probabilmente sarebbero più attendibili le versioni dei sinissari bizantini. Alcune tradizioni lo vedono come un cittadino di Tessalonica che predicava la fede cristiana, arrestato e ucciso senza processo presso le terme locali. Proprio sui resti di queste terme venne edificata una chiesa dove nel Medio Evo le reliquie di San Demetrio erano custodite in una sorta di cripta e si dice trasudassero un olio miracoloso e profumato. Per quanto riguarda il culto, le reliquie sono conservate in parte nella Chiesa di San Lorenzo in Campo e in parte nella chiesa di San Demetrio, entrambe a Salonicco. L’iconografia precedente al 600 d.C. lo vede semplicemente vestito di una tunica, in quanto diacono di Tessalonica. Nell’iconografia posteriore all’epoca invece viene sempre più spesso raffigurato con l’armatura da soldato romano con l’arco a un braccio e la faretra dietro la schiena.
Viene poi associato sempre di più a San Giorgio e i due vengono rappresentati insieme a dorso di un cavallo, bianco per San Giorgio e rosso per San Demetrio. Alcune immagini, risalenti a un’epoca ancora più tarda, lo vedono poi con la torre bianca di Tessalonica sullo sfondo. Tuttavia la torre è raffigurata come era verso il XVI secolo e non se ne conosce la reale architettura durante l’epoca di San Demetrio. L’origine del nome è greca; si tratta di Demetrios, poi latinizzato in Demetrius, che fa rierimento a Demetra, dea del grano e protettrice dell’agricoltura. Nella lingua slava è presente nella versione Dimitri e molto diffuso sia in Russia che nelle zone della ex Jugoslavia. In Italia troviamo una diffusione piuttosto ampia nel meridione, in particolare in alcune zone in Calabria dove è ancora in uso il rito greco.