Caso Emanuela Orlandi. L’apertura della tomba di Enrico De Pedis nella chiesa di sant’Apollinare a Roma forse non è stata inutile come sembrava. La tomba del boss della malavita romana è stata ispezionata stamane dopo la richiesta avanzata numerose volte da Pietro Orlandi, fratello di Emanuela. Numerosi i motivi per tale richiesta fino a oggi osteggiata dalle autorità: la banda della Magliana di cui de Pedis era un boss risulterebbe in qualche modo coinvolta nella misteriosa sparizione, nel 1983, della ragazza. Inoltre a pochi metri dalla chiesa di sant’Apollinare è la scuola di musica che proprio Emanuela Orlandi frequentava prima di essere rapita. Poi la misteriosa sepoltura in una delle più note chiese romane di un boss criminale aveva sempre lasciato aperti dei dubbi: come mai tale onore? De Pedis venne ucciso nel 1990 durante un regolamento dei conti e la sua sepoltura dentro la chiesa venne resa nota pubblicamente solo nel 1997. L’apertura della tomba stamattina in presenza di personale medico legale ufficiale sembrava non aver lasciato particolari sorprese. I resti trovati sarebbero infatti stati proprio quelli dell’uomo. Una volta scoperchiata la tomba di marmo, la bara contenente i resti è stata portata nel cortile dell’università Pontificia per esaminarne i resti. Il corpo ritrovato era in buono stato ed era ancora coperto con un vestito completo blu scuro e cravatta nera. Gli sono state prelevate le impronte digitali e secondo le prime notizie trapelate il corpo del defunto sarebbe proprio quello del boss. Ma ecco la sorpresa di cui si è saputo solo da poco. Dentro alla tomba dell’uomo è stata ritrovata una cassetta che contiene degli altri resti umani. In un primo momento si pensava di una sola persona, adesso sembra che i resti siano di più persone. Ma di chi? Certo è che se fossero davvero i resti di Emanuela Orlandi ci si troverebbe davanti a una scoperta sensazionale che riaprirebbe completamente il caso della ragazza scomparsa nel 1983. Un mistero mai risolto e che il fratello Pietro imputa anche al Vaticano. Più volte infatti ha sostenuto che i vertici della Chiesa romana, Papa incluso, saprebbero la verità sulla sorte di Emanuela. 



A Pietro Orlandi comunque non è stato permesso di partecipare alla apertura della bara del De Pedis. Orlandi ha detto che la richiesta di riaprire la tomba era un atto dovuto e di affetto per sua sorella, ma che neanche lui era convinto si potessero trovare i resti di Emanuela. Adesso però tutto potrebbe cambiare. 

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