Veronica Capodieci, la ragazza di 16 anni investita dall’esplosione avvenuta all’ingresso della scuola “Morvillo Falcone” di Brindisi in cui ha perso la vita Melissa Bassi, ha ripreso conoscenza ma le sue condizioni restano ancora critiche. Alle ore 12.45 l’ospedale di Lecce in cui la giovane è ricoverata ha emesso un bollettino medico in cui ha riportato indicazioni precise sul suo stato di salute: «La ragazza ha ripreso conoscenza ed è attualmente sottoposta a ventilazione non invasiva. Le condizioni cardiocircolatorie e respiratorie sono stabili. In mattinata sono stati effettuati controlli Tac che hanno confermato la normale evoluzione delle lesioni precedentemente riscontrate. Le condizioni generali di Veronica restano comunque critiche e la prognosi riservata». La giovane è stata colpita in pieno dalla deflagrazione che le ha devastato la zona toracica del corpo. Una volta trasportata in ospedale la ragazza è stata sottoposta a due interventi chirurgici e successivamente si è anche reso necessario il trasferimento alla Pneumologica e Chirurgia Toracica di Lecce per salvarle la vita. Ricoverata anche la sorella, la cui prognosi non è però riservata, dopo essere stata sottoposta ad un intervento chirurgico a causa di profonde ferite alle gambe. Per quanto riguarda invece la matrice dell’attentato avvenuto ieri, il procuratore di Brindisi Marco Dinapoli ha fatto sapere nel corso di una conferenza stampa che «in termini di probabilità, non in termini di certezza, ci è sembrato di poter escludere la matrice mafiosa. Un’analisi condivisa anche dal procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. Potrebbe essere un gesto isolato, ma non escludiamo la matrice politica e non escludiamo che dietro il singolo attentatore materiale possano esserci altre persone». Le indagini condotte fino ad ora, continua Dinapoli, «accreditano l’ipotesi di un ordigno azionato tramite un telecomando. Un congegno che aziona la bomba a una distanza tale da consentire di vedere la scena. La bomba sarebbe stata portata sulla scena del crimine nell’immediatezza dell’esplosione.
Il telecomando, che controllava un sensore volumetrico che è stato attivato dal passaggio delle ragazze, è stato azionato poco prima». L’attentato, dunque, «potrebbe essere un gesto isolato e individuale» ma in ogni caso c’è stata «una volontà stragista». Il procuratore ha infine fatto sapere che «non è impossibile che tutta l’organizzazione sia stata fatta da una persona sola».