Eccole, Sabrina e Angelica, Salvatore e Rosalia, eccoli i sedicenni della Falcone-Morvillo: un pensiero per Melissa, uno sfogo in poche righe, un messaggio mail, come si fa su facebook. Concitate, scarne, ingenue, perfino un po’ sgrammaticate, le frasi si susseguono come se li avessimo qui davanti, quegli studenti devastati dalla bomba e dal dolore, dalla paura. Dicono tutto, sinceramente: terrore, smarrimento, ansia, con tanti puntini di sospensione. Mostrano senza vergogna la loro fragilità, almeno loro: noi ci fingiamo capaci di rispondere, di giudicare: non abbiamo che punti fermi, noi adulti, fermi come pietre tombali. I messaggi dei compagni di scuola di Melissa restano sospesi, tenacemente attaccati alla speranza, al futuro, con l’idea “Ke potete farcela, piccole, dài”.



Si stringono l’uno all’altra, sanno che la loro emozione è di tutti, affermano di non dimenticare mai, di non cedere mai. Che sincerità, e che purezza, da questi messaggi. Appena varcata la soglia dell’adolescenza, non solo l’orrore, la pena per una coetanea, per una di loro; anche la smarrita sensazione di essere insicuri e soli, in balia di una realtà violenta, oscura, scenario tragico su cui qualcuno muove i fili delle loro vite. Qualche voce che si crede forte chiede vendetta, ma quasi si scusa, e sappiamo che vorrebbe soltanto piangere e sapere con chi.



A chi dire “non ho mai passato una giornata così brutta nei miei 16 anni”. E’ una frase serissima, sono la sua vita, i suoi 16 anni, il suo passato e presente: tenetevi stretti, ragazzi della Falcone-Morvillo, lavorate sodo per un lavoro che amate, restate uniti, e non abbassate mai il capo. Cosa non si fa per un cellulare nuovo, com’è vero. Cosa si può fare, con un cuore pulito e la coscienza di non essere soli per tutti noi. Le vostre dichiarazioni, così spontanee eppur ragionate, sono le sole che avremmo voluto leggere, ascoltare. Le sole che ci resteranno a mente, passando davanti alle tante scuole sgarrupate di questo Paese, scavalcando gli zaini gettati a terra, sorridendo a quei look esagerati. Ci prenderà la gola, la tristezza per il sorriso che vi è stato tolto. Guarderemo con più tenerezza e comprensione i nostri figli, sapendo quanto è infinito il loro bisogno.



Come tutte le mattine mi alzo mi cambio e dico: Mamma vado a scuola! Arrivo non sapendo cosa potrebbe succedere… Io ho avuto la fortuna di tornare a casa tra le braccia dei miei genitori, altre no… Non ho il coraggio di entrare da quella porta della scuola dove le mie compagne di classe erano lì, per terra che chiedevano aiuto… Nessuno può capire cosa ho provato e cosa hanno provato le altre ragazze. Troppo difficile da spiegare e da capire. Spero di dimenticare al più presto tutto e riabbracciare le mie compagne. Perché la classe senza di loro è vuota? Vi voglio bene piccole, dài ke potete farcela…

(Cristina C., IV A, compagna di classe di Vanessa)

Quante volte per cinque anni ho calpestato quel percorso, sostato su quel marciapiede e fiera oltrepassavo il cancello per entrare nel luogo della conoscenza, della crescita culturale e della convivenza di giovanissime ragazze piene di vita e di speranze! Inconcepibile questo gesto che ha macchiato di sangue quella che per tantissime rappresenta un luogo sicuro, una seconda casa, un punto di riferimento. Con quali occhi possiamo guardare quei cancelli che fino ad oggi rappresentavano un luogo sicuro e all’insegna della legalità!?!

(Lucia Irene M.)

Ieri, a Brindisi, c’eravamo tutti. Il dolore non passa, è forte. E le lacrime continuano a scendere. La paura è grande per i genitori. Noi comunque siamo uniti, e siamo vicini gli uni agli altri… Spero che, non dico vendetta, ma giustizia sarà fatta… Che dolore nel vedere che ho ragione, che i cattivi ci sono ancora e sono forti. E sanno bene che quelli che potranno sconfiggerli siamo noi giovani studenti… Io sono la prima a battermi. Uniti, le cose si possono fare.

(Marzia E., III A, Morvillo Falcone di Brindisi, Distaccamento San Vito dei Normanni)

Provo profondo dolore per le giovani vittime, ma anche grande rabbia e sdegno per questo vile attentato. La notizia di ieri mattina mi ha scioccata, mi sono immedesimata in quelle ragazze che ogni mattina, proprio come me, si recavano nella stessa scuola nella più pacata spensieratezza della loro gioventù. Sicuramente non mancava la paura dell’interrogazione della 1^ ora… o di quel compito in classe, ma da oggi la paura che accompagnerà quelle ragazze è ben altra! Anche se ormai di anni ne sono passati tanti. Mi viene da piangere, e da dire che ho paura.

(Alessandra S.)

Che male al cuore! Ricordo, da allieva animatrice di questa scuola, quando andavamo alla vicina scuola media per cercare attraverso il gioco di tracciare una strada di legalità per quei ragazzi così fragili. Noi eravamo spaventate, a ragion veduta, che fosse quella la mafia e che ci avrebbero fatto pagare questo atto. Poi alla distanza i genitori e gli stessi ragazzi vennero vicino a scuola per portare a noi, semplici studentesse, dei fiori, chiedendo di tornare a stare con loro. E lì ho capito una cosa semplice ma vera: volere è potere.

Brindisi può cambiare anche partendo da questo atto osceno, ma solo con l’impegno di chi ora sta urlando la sua giusta rabbia.

(Pamela G.)

 

Non ci sono parole per descrivere l’orrore di quei momenti. Il pensiero che la terribile sorte toccata a quei poveri ragazzi poteva toccare qualunque delle nostre famiglie è devastante. Non si può credere che esistano menti così perverse da voler fare del male a dei poveri innocenti che della politica e di tutte le beghe degli adulti non hanno nessuna conoscenza! Spero che la giustizia faccia il suo corso e che i colpevoli paghino, ma spero anche che la loro coscienza impedisca loro di mangiare e di dormire.

(Rosaria D., madre di allieva frequentante)

 

Come può un uomo essere tanto malvagio? Le immagini della nostra scuola continuano a girarmi nella testa, e ancora non riesco a crederci, non riesco a credere che il posto dove ho imparato a crescere, a rispettare gli altri e dove ho conosciuto persone meravigliose, sia stato colpito in una maniera così barbara.

Un pensiero rivolto a tutte le ragazze che si trovano in ospedale, che unito a tutte le alunne e le ex alunne possa dare loro la forza per affrontare questo immenso dolore. Sarò sempre orgogliosa d’aver fatto parte della famiglia del “Morvillo Falcone”.

(Zaira M.)

 

Ancora non ci posso credere. Stanno distruggendo le nostre vite, il nostro futuro. Dobbiamo farci sentire e subito! Più facile a dirsi che a farsi, ma lottiamo per avere un cellulare costoso, lottare un po’ di più per avere la libertà di vivere tranquillamente non ci farà male. Uniamo le nostre forze e andiamo avanti!

(Miryam M., II A operatore servizi socio-sanitari)

 

Porterò sempre con me i ricordi più belli della mia vita, vissuti in quell’Istituto. Con un profondo dolore, ma soprattutto con una grande forza e voglia di andare avanti, soprattutto per Melissa!

(Amedeo V.)

Siamo tutti senza parole. Io personalmente sto malissimo. Penso sempre a ciò che è accaduto questa mattina, a quelle parole che annunciavano la tragedia: mi hanno stretto il cuore facendolo diventare piccolo piccolo… quelle lacrime versate… tutto ciò mi fa pensare alle tante belle discussioni e a quei tanti desideri espressi in classe.

Ora penso a Melissa, ai suoi sogni che avrebbe voluto realizzare, e penso a Veronica e spero che stia meglio e che migliori subito. Credo che ora più che mai dobbiamo stare uniti e che bisogna stare vicino a tutte le vittime e i loro genitori.

Io credo ancora in noi e credo che ce la possiamo fare, e che con tutta la buona volontà i desideri diventeranno realtà.

(Simona C., I A Osss)

 

Per favore datemi notizie sulla povera Veronica, Vanessa e le altre povere ragazze. Ho sofferto, mi sono scese le lacrime vedendo le immagini e sentendo le notizie. Mi è dispiaciuto tanto di Melissa come se fosse la mia migliore amica, come se la conoscessi bene.

Questa sera sono uscito come ogni sabato sera ma è stato un sabato diverso dagli altri: pensavo sempre alla povera Melissa, ai suoi genitori che spero di incontrare un giorno. Non ho mai passato una giornata così brutta nei miei 16 anni.

Io so che scoprire e distruggere chi è stato sarà molto difficile. La dovranno pagare cara. Ho i brividi, le lacrime che scendono mentre scrivo questo messaggio, forse è brutto dirlo ma è come se avessero colpito me. Noi tutti li dobbiamo fermare, dobbiamo essere più forti di loro perché loro non sono nessuno, sono solo dei malvagi che hanno distrutto la vita di una povera ragazza di 16 anni.

Le famiglie, le scuole e l’Italia intera, tutti dobbiamo riunirci e fermarli, perché non possono fare questo…

(Valerio M., I A Osss)