E’ ancora l’Agenzia delle entrata ad essere teatro di episodi drammatici legati alla crisi. Nelle ultime settimane, si sono avvicendati suicidi e attentati nei pressi delle sedi locali della agenzia incaricata dallo Stato di riscuotere i propri crediti. Questa volta siamo di fronte ad un sequestro. Per il momento le cose, tutto sommato, stanno volgendo al meglio. Un uomo attorno alle 16, orario di chiusura dell’agenzia, ha fatto irruzione presso la filiale di Romano di Lombardia, in provincia di Bergamo, ubicata in una palazzina in via San Giuseppe. Lì ha preso in ostaggio quindici persone, quattordici delle quali sono state liberate. Il sequestratore è armato di un fucile a pompa. Si tratterebbe di un cinquantenne che versa in gravi condizioni economiche e familiari anche se, al momento, non sono emersi particolari circa la propria identità. Pare che sia intenzionato a parlare con la stampa. Lo avrebbe detto urlando frasi sconnesse, mentre minacciava di suicidarsi. Solo quando la sua richiesta sarà esaurita libererà anche l’ultimo ostaggio. «L’uomo non ha fatto altre richieste se non quella di avere un po’ di visibilità per la sua situazione economica», ha dichiarato il sindaco della cittadina Michele Lamera. Nel frattempo, i carabinieri portano avanti la trattativa. Il maresciallo è entrato nella filiale e sta cercando di far ragionare l’uomo. All’esterno, decine di carabinieri e agenti di polizia stanno presidiando la zona. Molti di loro impugnano le armi di ordinanza e indossano giubbotti antiproiettile. Ci sono anche diversi uomini della questura, mentre un elicottero sta sorvolando l’area. Per il momento l’edificio di cinque piani in cui si trova l’agenzia, al pian terreno, non é ancora stato fatto evacuare benché dal’interno si sarebbero uditi degli spari. In realtà, come hanno spiegato successivamente gli ostaggi liberati, si tratta di colpi sparati in aria, contro il soffitto, al momento in cui il sequestratore ha fatto irruzione. L’Agenzia sta diventando, di recente, il simbolo delle maggiori storture della crisi; dell’incapacità dello Stato di saldare i suoi debiti con le aziende creditrici e della sua efficienza nell’esigere i propri.
A marzo, un imprenditore di 58 anni residente a Ozzano Emilia si era dato fuoco all’interno della propria auto, di fronte vicino alla filiale dell’Agenzia delle entrate di via Nanni Costa, a Bologna. Dopo pochi giorni di agonia era morto in ospedale.