Processo omicidio Melania Rea: si prosegue, nel tentativo di arrivare all’identificazione del misterioso assassino. Unico indagato ufficialmente, recluso in carcere da quasi un anno, è il marito della donna, il caporale maggiore Salvatore Parolisi. Ma nel tentativo di approfondire ogni pista possibile, tre macedoni risultavano iscritti nel registro degli indagati come possibili sospetti. Si trattava di due fratelli e del figlio di uno di questi: i tre sono stati sottoposti a prelievo del sangue per compararlo con un campione pilifero trovato sulla manica destra della giacca della donna uccisa nell’aprile dello scorso anno. La comparazione ha dato esito negativo e i tre sono stati scagionati da ogni sospetto. I tre all’epoca dell’omicidio lavoravano come operai nella ristrutturazione di una casa privata. Come abitazione nel periodo dei lavori erano ospitati in una roulotte di un anziano residente a Colle San Marco, il luogo interessato al caso Melania Rea. Proprio questo particolare ha suscitato tensione nell’aula del processo, quando il conduttore del cane molecolare è stato sentito con il perito cinofilo che aveva sottoposto il cane a test, dichiarandolo un test inattendibile. Fra difesa e accusa sono volate parole grosse. Per la difesa del Parolisi nel video presentato dall’accusa mancava una parte definita importante della durata di circa otto minuti dove si procedeva alla dimostrazione di quali campioni di odori o di indumenti fossero stati fatti annusare al cane molecolare perché ricercasse poi la persona cui appartenevano. Per la procura il cane non era in grado di fare il suo compito, cioè esercitare “selezione olfattiva” mentre per la difesa la perizia non è in grado di ridurre a marginale quello che è stato fiutato dall’animale a Colle San Marco. Tornando ai tre macedoni sospettati, una prima perizia anch’essa negativa era già stata tenuta lo scorso mese di aprile. Tale perizia era stata chiesta dal gup Marina Tommolini quale atto investigativo ulteriore nell’ambito del procedimento con rito abbreviato nei confronti di Salvatore Parolisi, Si torna così a concentrassi su Salvatore Parolisi, l’unica persona realmente sospettata di aver ucciso la moglie.
La causa? Nascondere i tradimenti dalla moglie, che peraltro ne era a conoscenza secondo quanto dichiarato da alcune amiche della donna. Parolisi avrebbe temuto che in caso di divorzio avrebbe potuto perdere la figlioletta, che peraltro non vede più personalmente da quando stato incarcerato lo scorso luglio.