Secondo il Martirologio Romano il 31 maggio si celebra Santa Camilla Battista da Varano; lo stesso giorno la Chiesa Cattolica festeggia la Visitazione della Beata Maria Vergine in cui si ricorda la visita di Maria alla cugina Elisabetta, dopo l’Annunciazione da parte dell’Arcangelo Gabriele della futura gravidanza che l’avrebbe resa madre di Gesù. Camilla nasce il 9 aprile 1458 a Camerino (Macerata) come figlia illegittima del Signore della città, Giulio Cesare da Varano e di una nobildonna chiamata Cecchina di mastro Giacomo. Malgrado l’avventura fedifraga del marito, la bambina viene accettata nel palazzo e viene cresciuta da Giovanna Malatesti, moglie del Signore ed educata con un’alta formazione umanistica. Camilla studia il latino, i classici, la danza e impara a cavalcare, a dipingere e a cantare, diventando una giovane ribelle e testarda. Già in giovane età viene però colpita da una predica del frate francescano Domenico da Leonessa, che si era recato a Camerino per il Venerdì Santo e a soli 10 anni promette di versare almeno una lacrima ogni venerdì, per ricordare la Passione di Cristo. Malgrado il temperamento, la giovane non viene meno alla promessa, neanche nei momenti difficili e controversi dell’adolescenza, in cui avrebbe preferito divertirsi. A ventitre anni, contro il volere del padre, che avrebbe preferito che Camilla andasse in sposa a qualche nobile dell’epoca, riesce ad entrare nel monastero delle Sorelle Povere di Santa Chiara, a Urbino, dove cambiò il suo nome in quello religioso di suor Battista. Nel primo anno di permanenza nel monastero Camilla riceve le rivelazioni delle sofferenze della passione di Cristo, che diventeranno l’argomento delle sue contemplazioni e decide di mettere per iscritto questi suoi pensieri. Il testo “I dolori mentali di Gesù nella sua Passione” rimane l’opera più nota della Santa. Nel 1502 a causa del potere di Cesare Borgia, figlio illegittimo di papa Alessandro VI, dovette fuggire dalla sua città, così come i suoi parenti più stretti che vennero però catturati e trucidati. Il dolore provocato per la morte del padre e di tre fratelli fu molto grande, ma fortunatamente il fratello minore, rimasto in vita perché fuggito a Venezia con la madre, fu salvo e sotto ordine del nuovo papa Giulio II potè tornare a Camerino e esserne Signore. Anche Santa Camilla poté tornare nel suo monastero di clarisse, che il padre aveva fondato precedentemente per lei, in modo da averla vicina. Qui venne eletta più volte dalle consorelle badessa perché era molto amata e visse una vita povera e comunitaria. Lo stesso papa che le aveva permesso di tornare a Camerino la inviò a fondare il monastero delle Clarisse di Fermo e negli anni successivi si recò anche a Sanseverino marche per formare le Clarisse locali che avevano scelto di seguire la regola di Santa Chiara.
Tra le opere della Santa da ricordare abbiamo “La purità del cuore” e “Vita spirituale” dove viene raccontata la sua esperienza mistica di vita. Il desiderio di morire, per essere più vicina al Signore, venne accolto durante un’epidemia di peste il 31 maggio 1524 a Camerino e i funerali si svolsero nel cortile del palazzo paterno, dove lei era cresciuta. La Santa è stata canonizzata da Benedetto XVI il 17 ottobre 2010 e le sue spoglie sono custodite ed esposte nella cripta del Monastero, a lei dedicata. L’iconografia della Santa la vede in abiti da monaca e nell’atto di preghiera, con lo sguardo rivolto al cielo e le mani sul petto.