Nella giornata del 4 maggio vengono onorati numerosi santi tra i quali San Cassiano di Novellara, San Floriano di Lorch, San Fortunato, Beato Luca da Toro, San Giovanni Houghton, San Silvano di Gaza e 39 compagni e molti altri. Tra questi primeggiano San Paolino Bigazzini e San Ciriaco di Gerusalemme.

Paolino Bigazzini nacque a Perugia da una famiglia nobile nella prima metà del tredicesimo secolo.



Si fece monaco benedettino, in giovane età, entrando presso il monastero considerato famoso in quanto qui preso i voti i futuri santi Marco e Lucia del Sambuco. Questo monastero apparteneva al feudo di famiglia, fu fondato intorno alla seconda metà del 1200 ed era situato a circa 40 km da Montefano.

La leggenda narra che Paolino arrivò in visita al monastero in una fredda notte di inverno durante una tempesta di neve. Poiché non aveva con sé alcun oggetto da poter donare a Padre Silvestro Guizzolini, responsabile del monastero, si recò nell’orto nella speranza di trovare qualcosa da poter consegnare come dono. Durante la sua ricerca magicamente riuscì a trovare alcune erbe e alcune pere in mezzo alla neve. Padre Silvestro vide quel gesto come segno di santità di Paolino, perché ovviamente quello era un chiaro miracolo di Dio, in quanto quei frutti erano completamente fuori stagione e oltretutto non erano mai stati coltivati in quell’orto.



Dopo la sua nomina fu uno dei discepoli di Silvestro Guzzolini e in poco tempo fu in grado di raggiungere un elevato grado monastico confermato da una serie di miracoli. Morì il 4 maggio del 1280 e venne sepolto nella chiesa presente nel monastero di Sambuco e successivamente trasferito a Perugia presso la Chiesa Santa Maria Nuova.

E’ patrono della città di Senigallia dove viene festeggiato con una fastosa processione a cui partecipa tutta la cittadinanza.

San Ciriaco da Gerusalemme Martire nato nel 303 a Gerusalemme fu vescovo fino al suo martirio che subì insieme a sua madre Anna.

Secondo alcuni racconti, per sottrarsi all’ostilità degli ebrei, fu costretto ad abbandonare la Palestina e a trasferirsi ad Ancona dove divenne vescovo.



Alla fine del suo episcopato si recò in pellegrinaggio in Terra Santa dove venne martoriato dal persecutore Giuliano l’Apostata nel 363.

Le sue reliquie sono giunte ad Ancona per miracolo, all’interno di una cassa trovata in mare e portata a riva con l’aiuto di una corda di giunti.

Dopo questo ritrovamento la città di Ancona lo ha nominato patrono. Vene invocato in segno di pentimento dalle persone in procinto di morire.

San Ciriaco è noto sia come da Gerusalemme che da Ancona, ma anche San Ciriaco martire poiché è stato più volte martoriato.

Venne mutilato della mano destra e successivamente fu ustionato con del piombo fuso ma miracolosamente si riuscì a riprendersi dopo appena due ore.

Gli diedero fuoco e lo fustigarono e infine lo frustarono gettandolo in una profonda fossa piena di serpenti velenosi. Si salvò in quanto giunto nella fossa tutti gli animali morirono all’istante. Alla fine dopo essere stato immerso nel bitume bollente e quindi trafitto al cuore con una spada morì.

Nel 1972 dopo la ricognizione del corpo in seguito ad un terremoto, i scienziati studiando i suoi resti e le sue ferite confermarono la storia narrata dalla tradizione popolare.

Il 4 maggio ad Ancona lo si venera distribuendo alla popolazione mazzetti di giunchi che vengono benedetti in memoria del ritrovamento delle sue ossa in una cassa riportata a riva proprio grazie a una corda fatta di giunchi.