Papa Benedetto XVI è giunto a Milano in occasione della inedita tre giorni (è la prima vota che un Papa soggiorna così a lungo in una città italiana) come da programma. Si è fatto accompagnare, a sorpresa, dal segretario di Stato Tarcisio Bertone, con la chiara intenzione di smentire le voci che in questi giorni stanno circolando sui “corvi” di varia natura, intrighi e veleni vaticani, sottolineando, in questo modo, la sua fiducia nei suoi più stressi collaboratori. Il Pontefice ha sforato la tabella di marcia, partendo da Ciampino alle 16.20 invece che alle 16. A bordi di un Airbus A319 CJ dell’Aeronautica Militare, messo a disposizione dalla Presidenza del Consiglio, è arrivato a Linate poco dopo le 17. La “papamobile” ha transitato da viale Forlanini per Piazza Duomo. Sul mezzo, con lui c’erano il cardinale di Milano, Angelo Scola e padre Georg Gaenswein, il segretario particolare del Papa. Giunto in mezzo alla Piazza tra una folla festante che lo salutava con fazzoletti bianchi, ha ascoltato il saluto del sindaco della Città, Giuliano Pisapia. Ricordando, anzitutto, Sant’Ambrogio, patrono della città, non era milanese e neppure italiano, ha spiegato che la diversità deve essere motivo unione e non di scontri e divisioni. In tal senso, ha fatto presente che con il cardinal Scola è in atto un lavoro per capire cosa può unire e quale pezzo di strada si possa fare insieme. Poi, esprimendo le sue preoccupazioni, ha detto: «se guardo avanti vedo che la crisi potrà darci l’opportunità di cambiare. Di cambiare gli stili di vita. Di apprezzare una maggiore sobrietà. Questa crisi può aiutarci ad andare alla sostanza delle cose»: passandoal tema diquesti giorni, la famiglia, si è detto convinto di come, anche per lui, rappresenti il perno e il primo mattone della società e di come essa vada sempre più difesa e sostenuta. Per la verità, ha più volte parlato al plurale, di famiglie: «Le famiglie sono spesso la vera colonna del sostegno sociale dei più deboli, e pagano oggi il prezzo più alto. E la famiglia – le famiglie – hanno la priorità nelle nostre preoccupazioni».
Poco dopo, ha preso la parola il Papa. Che, ricordando come,nella chiara distinzioni di ruoli e finalità, Milano è laica e al contempo fedele, entrambe le dimensioni debbano concorrere alla realizzazione del bene comune. «Spetta ora a voi – ha detto il Pontefice – eredi di un glorioso passato e di un patrimonio spirituale di inestimabile valore, impegnarvi per trasmettere alle future generazioni la fiaccola di una così luminosa tradizione». Il Papa ha spiegato, poi, come per il fedele la fede in Cristo possa animare il tessuto della «vita, personale e comunitaria, privata e pubblica». Rivolgendo,inoltre, un saluto ai rappresentanti della famiglie ha voluto ringraziare tutti quelli che si sono mobilitati per aiutare i terremotati.