Nel giorno 12 giugno si festeggia, secondo i calendari della la Santa Chiesa, San Gaspare Luigi Bertoni. Nato nella città di Verona il 9 settembre 1777, vive un’infanzia non troppo tranquilla in una famiglia agiata, con tradizione notarile, a causa della morte prematura della sorella e della separazione dei genitori, fino a che, al compimento del diciottesimo anno di età la vocazione lo spinge a voler diventare a tutti i costi sacerdote. Questa chiamata gli fa prender la decisione di dedicarsi agli studi di teologia ed entra in seminario nel 1795 dove ebbe come maestro padre Luigi Fortis, uno dei tanti Gesuiti della diaspora, dopo lo scioglimento forzato della compagnia di Gesù. Dopo l’ingresso in seminario la sua vita continua ad essere movimentata: la sua città natale viene invasa dai francesi guidati da Napoleone Bonaparte nel 1795 e i continui scontri fra austriaci e francesi la fanno spaccare letteralmente in due in una battaglia sanguinosa, dove Gaspare prende il ruolo di soccorritore di feriti e malati. All’età di 23 anni viene ordinato sacerdote, fonda un oratorio dove accoglie tutti i giovani della città che scappano dagli orrori della guerra e nel 1810 fu scelto per le sue grandi doti di oratore per dirigere ed istruire spiritualmente i chierici del seminario dove aveva studiato in precedenza. I Bonapartisti capirono subito che l’oratorio era un grande strumento di aggregazione sociale e lo fecero chiudere, ma questo gesto, alla caduta di Napoleone, non fece altro che stimolare la crescita di nuovi Oratori in tutta Verona. Grazie ad una donazione benefica, nel 1816 aprì un istituto per l’istruzione dei sacerdoti e fondò l’istituto religioso “Missionari Apostolici in aiuto dei Vescovi” ai quali venne attribuito in seguito il nome di “Stimmatini”, proprio perché risiedevano nel palazzo “Le Stimate”. Dopo la caduta dell’impero napoleonico nel 1817 venne quindi nominato “Missionario apostolico” da papa Pio VII per la sua grande opera di far collaborare i sacerdoti con i vescovi al fine di rafforzare l’organo della chiesa in un periodo così ricco di contrasti sociali. Con l’avanzare degli anni lo colpì una grave malattia che lo costrinse a letto fino al giorno della sua morte. Nemmeno questo però lo convinse a fermarsi nel suo lavoro di istruzione, e continuò assiduamente a lavorare dalla sua stanza e a ricevere i sacerdoti per elargire spesso preziosi consigli. Si dice addirittura che persino il vescovo di Verona gli facesse regolarmente visita per chiedergli consiglio in merito a problemi dottrinali. 



Nonostante la malattia, visse a lungo e il 12 giugno 1853 morì a Verona all’età di 76 anni: la sua fama a quel punto era diventata così grande che subito cominciò a crescere attorno alla sua figura un’aura di santità, e il suo corpo fu seppellito nella chiesa delle Stimmate. Il primo novembre 1975 Papa Paolo VI, dopo averlo descritto come una grande forza evangelizzatrice della sua epoca, simbolo ancora oggi per molti giovani missionari, lo proclamò Beato e, nel 1989 fu ufficialmente canonizzato come Santo da Papa Giovanni Paolo II. Il suo corpo è tutt’oggi conservato dentro ad un’urna di vetro nella chiesa delle Stimmate ed è venerato da tutti i Veronesi come un santo di grande importanza per tutta la Città.

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